Per la terza volta dal 1991 il Comune di Casal di Principe viene sciolto per camorra. Lo ha deciso questa mattina il Consiglio dei ministri accogliendo la proposta di scioglimento formalizzata dal prefetto di Caserta Carmela Pagano in seguito alle risultanze emerse dal lavoro della commissione d’accesso, inviata l’11 febbraio scorso. Analoga misura e’ stata presa nei confronti ai altre quattro comuni: Castelvolturno e Casapesenna in Campania (ambedue in provincia di Caserta); Mileto e Bagaladi in Calabria (il primo in provincia di Vibo Valentia, il secondo in provincia di Reggio Calabria).
Per Casal di Principe non e’ una novita’: l’ente era gia’ guidato dal novembre del 2011 da un commissario prefettizio, Ferdinando Guida, nominato in seguito alle dimissioni di undici consiglieri della giunta di Pasquale Martinelli. Il condizionamento della camorra sull’attivita’ del Comune era emerso nel corso della recente operazione della Dda di Napoli – datata sei dicembre 2011 e denominata ”Il principe e la ballerina” – che aveva portato in carcere 52 persone coinvolgendo oltre a politici di rilievo nazionale come Nicola Cosentino anche ex amministratori del comune di Casale, tra cui l’ex sindaco Cristiano Cipriano, gli ex assessori Angelo Ferraro e Antonio Corvino, accusati di voto di scambio politico-mafioso in relazione alle due elezioni amministrative tenutesi nel 2007 e nel 2010. La decisione ha comunque gettato nello sconforto parte della cittadinanza, in particolare i tanti giovani ed esponenti della cosiddetta economia sociale impegnati nel recupero dei beni confiscati che avevano puntato per le amministrative del 6-7 maggio prossimo sul candidato sindaco Renato Natale, la cui candidatura era stata appoggiata anche da tutti i partiti che avevano rinunciato a presentare proprie liste. Dopo aver appreso dello scioglimento, Natale ha sfogato tutta la sua frustrazione: ”Questa decisione – ha detto a caldo – e’ una beffa per i tanti cittadini di Casale che in questi mesi si erano riconosciuti in un progetto politico che finalmente coinvolgeva soprattutto esponenti della societa’ civile, e non i soliti politici di professione. L’atmosfera da mesi stava cambiando, c’era in molti miei concittadini la reale volonta’ di rinnovamento; abbiamo tra l’altro lavorato tanto per raccogliere le firme e presentare le liste appena tre giorni fa, e sono stati spesi soldi; ora e’ tutto inutile. Questa decisione ci mortifica”. L’ex primo cittadino, che nel 1993 rimase in carica solo pochi mesi disarcionato dalla sua stessa maggioranza, da anni e’ simbolo della lotta alla camorra sul territorio con l’associazione Libera di don Luigi Ciotti, tanto da essere piu’ volte minacciato dai clan – l’ultima appena nel giugno del 2011 – ed e’ impegnato come medico volontario a Castel Volturno a fianco delle migliaia di immigrati, ha ben chiaro chi si avvantaggera’ della decisione odierna: ”La camorra sara’ contenta – afferma – potra’ serrare le fila e tornare ancora piu’ forte; cosi’ come potranno riorganizzarsi i tanti personaggi caduti in disgrazia in questi mesi dopo le inchieste della magistratura. Era questo il momento migliore per far svolgere le elezioni e ridare la parola ai cittadini, specie quelli onesti; saranno loro a soffrirne di piu”’.