Un arsenale del clan dei Casalesi e’ stato scoperto dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta nell’Agro casertano tra Castel Volturno e Villa Literno. Le armi ben conservate e pronte per essere utilizzate, probabilmente per un importante attentato erano custodite in un tubo sepolto dalla terra.

Gli agenti della Squadra Mobile di Caserta diretta dal vicequestore Angelo Morabito e dal capo della sezione distaccata della Squadra Mobile di Casal di Principe Alessandro Tocco hanno sequestrato, coordinati nell’operazione dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli un kalashnikov, un fucile a pompa e un altro fucile mitragliatore. Sono le armi che vengono tipicamente utilizzate dal clan dei Casalesi in occasione di gravi attentati. La zona dove e’ stato scoperto l’arsenale ricade sotto l’influenza del clan Bidognetti, lo stesso territorio dove due anni fa si verifico’ la strage in cui morirono 6 nordafricani uccisi a colpi di kalashnikov e pistole. Per quella strage e’ accusato l’ex capo dell’ala stragista dei Casalesi Giuseppe Setola, arrestato a gennaio dello scorso anno.

Il ritrovamento delle armi e’ avvenuto durante la notte, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura Distrettuale di Napoli. La squadra mobile di Caserta – diretta dal vice questore aggiunto Angelo Morabito a dal suo vice Alessandro Tocco – ha effettuato numerose perquisizioni nei confronti di soggetti organici o contigui all’ala Bidognetti del clan ”dei Casalesi”. Il cilindro-contenitore, recuperato con l’intervento dei vigili del fuoco, conteneva un fucile semiautomatico ”a pompa” con matricola parzialmente cancellata; un altro fucile ”a pompa”, con matricola cancellata e completo di caricatore con cartucce calibro 12 a ”palla singola”; un fucile AK47, il cosiddetto ”Kalashnikov”, completo di due caricatori di cui uno contente tre proiettili calibro 7,62 e oltre cinquecento (535). Sono in corso indagini finalizzate a verificare se le armi siano state utilizzate nei numerosi raid che hanno avuto come protagonisti esponenti della fazione ”Bidognetti” dei Casalesi, una delle piu’ agguerrite frange del clan, protagonista negli anni ’90 di una sanguinosa faida con il gruppo ”Tavolatta-Ucciero” di Villa Literno (Caserta), a cui apparteneva l’ex latitante Giuseppe Setola. Setola e’ stato artefice, tra il 2008 e il 2009, di una strategia stragista, che ha insanguinato il litorale domitio. Numerosi sono stati gli omicidi commessi, in particolare di familiari di collaboratori di giustizia e persone inermi che si erano ribellate al potere camorristico. Una strategia del terrore culminata nella strage di Castel Volturno del 18 settembre 2008, in cui trovarono la morte per mano di Setola e del suo gruppo, sei cittadini ghanesi.

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