Come già preannunciato da Campania Notizie (leggi l’articolo), Marcello De Rosa ha ritirato le dimissioni da sindaco. Avevamo detto che il primo cittadino sarebbe tornato al suo posto e puntualmente così è avvenuto. Ne eravamo certi. De Rosa non è uno che molla a cuor leggero. È abituato a lottare sempre e comunque per l’affermazione della legalità. Lo ha fatto da imprenditore e lo sta facendo da sindaco. E quindi, dopo aver ricevuto il pieno sostegno di cittadini e istituzioni è tornato sui suoi passi anteponendo l’interesse della collettività ai timori per l’incolumità sua e della sua famiglia. Decisivo è stato l’incontro al ministero dell’Interno. Ad accoglierlo con stima e calore il sottosegretario Bocci, uomo di fiducia del ministro Minniti e che si occupa da anni delle città a più alto rischio criminalità organizzata, tra cui Corleone, roccaforte di Totò Riina. “All’indomani delle mie dimissioni – osserva De Rosa – non mi sono mai sentito solo. I miei concittadini e le istituzioni a tutti i livelli, a partire dal Governo Gentiloni, mi sono stati vicini. Ringrazio in particolare il sottosegretario Bocci che durante il nostro colloquio mi ha detto, prima di affrontare il caso nello specifico, che il presidente della Repubblica, il Governo e la magistratura sono al mio fianco e che io avrei dovuto ritirare le dimissioni affinché lo Stato avesse la meglio sulla camorra. Bocci mi ha detto che sono un simbolo del meridione della lotta alle mafie e avevo il dovere politico e civile di non gettare la spugna e io ho capito che non potevo dare un colpo allo Stato e ho ritirato le dimissioni”.
Fondamentale per convincerlo a fare dietrofront è stato l’appoggio di sua moglie Meri Cirillo e di una parte della famiglia, non tutti i parenti stretti ha condiviso la scelta di De Rosa di non cedere alle intimidazioni del clan. “Senza mia moglie – afferma il sindaco – in questi anni non avrei avuto la forza di resistere e andare avanti. Ringrazio di cuore anche quella parte dei miei familiari che continuano a sostenermi anche in questo periodo difficile”. La sua consorte è una donna coraggiosa e tenace. Non era stata per nulla entusiasta della candidatura a sindaco del marito nel 2014, ma dopo aver constatato che Casapesenna stava voltando pagina ha sostenuto il consorte con tutta se stessa e contro qualsiasi avversità. De Rosa ci tiene a rimarcare l’importante ruolo dei consiglieri comunali di maggioranza e del gruppo che appoggia l’amministrazione. “Non potevo deludere i miei consiglieri e il mio gruppo, dichiara il primo cittadino. Che aggiunge: “Sono tutti persone perbene e di qualità. Pazientemente mi sono stati sempre accanto dimostrando anche sul piano umano di essere persone straordinarie, sempre leali e corrette, oltre ad essere degli ottimi amministratori. Sono grato anche a quegli esponenti del Pd che in questi giorni mi sono stati molto vicini”. Lo abbiamo già scritto ma è giusto ribadirlo sempre: Lo Stato batte la camorra. E questa brutta vicenda, scaturita dal raid camorristico subito da Luigi, fratello dei primo cittadino, ha anche spazzato via tutto il fango lanciato contro De Rosa da quei professionisti dell’anticamorra, mi riferisco ad alcuni membri delle associazioni antimafia e a squallidi pseudo giornalisti/e ciucci e venduti, che per tornaconto personale hanno tentando in modo meschino di distruggere l’immagine del sindaco, facendo sorgere il dubbio di essere “fiancheggiatori” del clan. Auspico che su questo inquietante scenario indaghi la magistratura per estirpare questo cancro che riguarda una parte di “finti” giornalisti/e e “finti” paladini della legalità. È ora di fare chiarezza. Già in troppi hanno guadagnato bei soldini e altre prebende indossando di giorno gli abiti degli onesti, e di notte quelli dei malviventi.
Mario De Michele