Un caso di meningoencefalite di sospetta origine virale e’ stato individuato dall’Asl casertana in una bambina di 10 anni che frequenta la V classe della scuola Statale in via della Resistenza, a Lusciano. La bimba e’ stata ricoverata all’ospedale napoletano specializzato in malattie infettive “Cotugno” il 24 marzo scorso, ma la certezza che si trattava di meningite c’e’ stata il 27 marzo.
La notizia solo oggi e’ stata ufficializzata con comunicazioni anche all’amministrazione del Comune di Lusciano. Il dipartimento di prevenzione Uoc epidemiologia e prevenzione ex Caserta 2 si e’ cosi’ attivato per attivare le misure per limitare un eventuale contagio fra i contatti stretti della malata, persone cioe’ che hanno trascorso piu’ di 4 ore nello stesso ambiente, familiari e compagni di classe. Il direttore del plesso scolastico, Michele Di Martino, ha convocato una riunione con circa 400 genitori, cui hanno partecipato i dirigenti del Servizio di Epidemiologia del Distretto Sanitario 18. Lo scorso 10 aprile i medici avevano precisato che la madre della bambina aveva avuto una recente diagnosi di Tbc polmonare ed era stato posto il sospetto di meningoencefalite di origine tubercolare, suffragato dalla positivita’Â dell’esame Elispot su sangue. Ma grazie a uno scambio di informazioni con i sanitari del reparto di cura, l’Asl di Aversa ha appreso che la Tac non appariva dirimente per malattia tubercolare e non vi erano sintomi respiratori, il che ha limitato il rischio di contagio.
Il 10 aprile la ASL Caserta è stata allertata in merito ad un caso di meningite di sospetta origine tubercolare, occorso in una bambina di 10 anni, residente a Lusciano ed ivi frequentante la V classe della Scuola elementare. I Servizi competenti della ASL si sono, pertanto, immediatamente attivati, rapportandosi da un lato col nosocomio di ricovero della piccola, onde ottenere le maggiori e più precise informazioni possibili circa il caso; dall’altro hanno opportunamente avviato le misure di profilassi, previste dalle Linee Guida nazionali ed internazionali. Le notizie apprese dai sanitari che hanno in cura la piccola ci rassicurano circa le possibilità che la stessa rappresenti una fonte di contagio per la comunità: infatti, la TAC effettuata non è apparsa dirimente per malattia tubercolare a localizzazione polmonare; inoltre, nel corso del ricovero la piccola non ha manifestato sintomi respiratori. In base a tali dati, la possibilità che la bambina rappresentasse una fonte di contagio per terzi, prima del ricovero appare remota. Ad oggi, le notizie in merito alle condizioni cliniche della piccola paziente sono del tutto rassicuranti: è prevista la dimissione a giorni, fermo restando che, a seguito della terapia antitubercolare, in vista del rientro in comunità il rischio di contagio è praticamente nullo. Sul versante territoriale, la ASL si è attivata per attuare le misure di profilassi verso i contatti stretti della bambina. Per contatti stretti si intendono persone che hanno trascorso più di 4 ore/die nello stesso ambiente confinato col caso indice: quindi, nella fattispecie, familiari e compagni di classe. A tale riguardo, sono state intraprese tutte le azioni preventive e di sorveglianza necessarie a limitare un eventuale, seppur remoto, rischio di pregresso contagio mentre, nel prosieguo, si garantirà un monitoraggio attivo e la tempestività di efficaci interventi di profilassi, laddove ve ne sia necessità. Analogamente, la ASL ha attivato opportuna indagine sulla madre della piccola, ipotetica fonte iniziale di contagio, trattata con terapia antitubercolare e, pertanto, da ritenersi attualmente non contagiosa. L’impegno della ASL è stato ribadito nella giornata di ieri, quando le preoccupazioni espresse dai genitori dei compagni di scuola della bambina sono state affrontate in una riunione indetta dal Dirigente scolastico, cui hanno partecipato i medici del Servizio di Epidemiologia di Caserta e della Prevenzione Collettiva del Distretto Sanitario di Lusciano. La ASL, pur sottolineando che non vi sono, al momento, evidenze che giustifichino l’adozione di misure restrittive della normale vita in comunità e/o la pratica di misure speciali di profilassi ambientale, è impegnata nell’attuazione di tutte le misure atte a salvaguardare la comunità.