L’accusa è pesantissima. E apre un altro filone nell’inchiesta sulla “Gmc” che potrebbe coinvolgere un esponente di spicco della politica di Orta di Atella. Nel corso dell’ultima udienza, presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, del processo a carico di Angelo Brancaccio, ex sindaco ortese, e di Andrea Lettieri, ex primo cittadino di Gricignano, Sergio Orsi, ascoltato come teste, ha raccontato un episodio inquietante. E ha tirato in ballo un amministratore locale di Orta. Interrogato dal pm D’Alessio, l’imprenditore dei rifiuti ha confessato di aver consegnato una tangente a un assessore. “Nel 2005-2006 – ha dichiarato Orsi – ho dato 5 mila o 10 mila euro ad un assessore che stava sempre con Brancaccio. La consegna dei soldi avvenne davanti al bar “Dom Perignon” di Gricignano, alla presenza dello stesso Brancaccio”. Orsi ha detto di non ricordare il nome dell’assessore, ma ha ribadito che si trattava di un amministratore legatissimo all’allora sindaco di Orta. Un uomo di fiducia che era stato presente a molti incontri tra lui e Brancaccio. Chi è l’assessore che secondo Orsi ha intascato la tangente? E soprattutto, attualmente ricopre ancora importanti cariche istituzionali? Domande alle quali sicuramente ci saranno risposte nel momento in cui la Dda di Napoli entrerà nel merito di una vicenda che potrebbe avere effetti deflagranti per l’amministrazione comunale in carica. Basterà chiedere a Brancaccio se ricorda e conferma l’episodio. E quindi chi è l’assessore che intascò la tangente. Chi conosce l’ex sindaco ortese sa bene che ha una memoria di ferro. Non avrà difficoltà a ricostruire i fatti e a indicare l’allora o l’attuale amministratore che si è messo in saccoccia tra i 5 e 10mila euro. Peraltro l’identikit del tangentista può essere disegnato anche tramite lo stesso Orsi. Per l’imprenditore sarà un gioco da ragazzi puntare il dito sul politico corrotto quando gli verrà sottoposto l’elenco dei nomi, corredati dalle foto, degli assessori di Orta che si sono succeduti nel biennio 2005-2006. E se “mister 5-10mila euro” fosse una delle figure istituzionali in carica, il terremoto giudiziario spazzerebbe via, radendola a suolo, l’attuale amministrazione comunale, soprattutto se fosse coinvolto un esponente di primissimo piano.
Durante l’udienza Orsi ha ricostruito le tappe che portarono alla costituzione della “Gmc”, società che ha gestito per alcuni anni la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e altri servizi a Gricignano d’Aversa, Orta d’Atella e Grazzanise. In riferimento al Comune ortese, l’imprenditore ha raccontato che “le quote societarie furono acquisite legittimamente”. Poi ha aggiunto: “Le tre ditte che fecero i lavori in sub appalto (pulizia, custodia e refezione, ndr) già operavano al Comune con regolare certificato antimafia. Nessun grosso lavoro – ha affermato Orsi – fu trasferito dal Comune di Orta alla Gmc”. Il pm ha incalzato il teste sui presunti intrecci tra politica e camorra. Le risulta se Brancaccio raccomandò persone vicina alla criminalità organizzata?, ha chiesto il pubblico ministero D’Alessio. Secca la risposta di Orsi: “Assolutamente no, anzi Brancaccio a più riprese mi disse di non voler nemmeno sentire nominare quella gente”. Come conobbe l’allora sindaco di Ora? ha poi chiesto il pm. “Brancaccio – ha riferito Orsi – mi fu presentato dall’allora magistrato della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Donato Ceglie, amico di entrambi, e di Gaetano, fratello di Ceglie, che lavorava già da tempo presso il Comune di Orta come revisore dei conti”. Sempre sugli eventuali rapporti tra clan e amministrazione locale, Orsi ha voluto precisare che “mai ad Orta ci furono interferenze della camorra”. E ha ricordato che “Brancaccio prese informazioni su lui e il fratello Michele (ucciso nel 2008 dal gruppo Setola, ndr) proprio da Ceglie, il quale rispose che erano persone pulite e rivoltate come un calzino, quindi una garanzia”. Per quanto riguarda il capitolo assunzioni, l’imprenditore ha confermato quanto già dichiarato in passato. “Ho dato posti di lavoro a gente perbene”. Poi ha ribadito di aver votato e sostenuto Brancaccio alle regionali del 2005. Il pm ha battuto anche sul tasto dei conti correnti all’estero sui cui furono versati 330mila euro. “Ho fatto aprire – ha sostenuto Orsi – il conto corrente in Svizzera a Brancaccio per investimenti. Parte di quei bonifici erano soldi dati da Brancaccio a a me per portarli presso la filiale svizzera, mentre un’altra parte erano (non ha ricordato precisamente come furono ripartiti, ndr) regali e contributi per futuri lavori al Comune che però non furono mai realizzati”. Ma la novità più eclatante resta la tangente che Orsi dice di aver consegnato nel 2005-2006 a un assessore di Orta. Chi sarà mai il “fortunato”? Probabilmente lo sapremo presto. Le scosse di terremoto già si iniziano ad avvertire.
Mario De Michele