Della banda di spacciatori finita nella rete dei carabinieri della compagnia di Bagnoli e del comando provinciale di Napoli – che oggi hanno notificato complessivamente 55 ordinanze di custodia cautelare (tra carcere, domiciliari e obblighi di firma) – facevano parte anche insospettabili professionisti che si trasformavano in pusher per rifornire di cocaina esponenti della “Napoli bene”. Le ordinazioni di droga, principalmente cocaina, giungevano via telefono. La consegna, invece, avveniva a domicilio, a casa di consumatori residenti nei quartieri napoletani di Chiaia e Posillipo e nelle isole di Capri, Ischia e Procida. La sostanza stupefacente giungeva da alcuni comuni a nord di Napoli, come Mugnano e Melito e, grazie anche ai professionisti, arrivava a destinazione. Tra i consumatori figurano imprenditori del settore edile, gioiellieri e persone benestanti. In alcuni casi, è stato documentato, erano proprio i consumatori benestanti ad anticipare alla banda di spacciatori il denaro necessario per l’acquisto di grossi quantitativi di cocaina: in cambio ottenevano trattamenti di favore, come forti sconti sui loro approvvigionamenti o dosi gratis. Durante le indagini, avviate nel settembre del 2009, sono state arrestate altre 19 persone, di cui 8 sorprese in flagranza di reato

 

 

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