Un lusso degno di un boss quello di cui amava circondarsi Nicola Schiavone, figlio di Sandokan, la cui villa, già sotto sequestro dal luglio del 2010, questa mattina è stata acquisita definitivamente dallo Stato con la confisca eseguita dal Gico della Finanza. Un’abitazione di due piani protetta da un alto muro in cemento armato cui si accede da due cancelli posta in un vicolo alle spalle del municipio di Casal di Principe,

che dall’esterno non si presenta maestosa come la villa in stile Scarface dello zio Walter, ma all’interno è ricchissima, quasi un museo del design e dell’arte contemporanea, con almeno dieci quadri di pittori contemporanei molto quotati, siede Frau pieghevoli rosse e gialle del valore di mille euro l’una, pareti ricoperte di mosaici in tessere di vetro di Murano, come quelle del bagno della camera da letto di Nicola Schiavone e della moglie, parquet in radica di noce. In ogni stanza, ad eccezione delle camerette dei figli piccoli, un televisore a schermo piatto dai 40 pollici in su, collegati anche al sofisticato sistema di videosorveglianza con telecamere puntate verso il cielo, nel caso di eventuali blitz dai tetti o con gli elicotteri. Nel cortile esterno una sorta di dependance trasformata in ludoteca per i bambini, protetta da quattro piante ornamentali di almeno quattro metri di altezza, tra cui due cycas. Di valore anche gli indumenti, in particolare le cravatte fatte a mano, le camicie e i giubbini delle marche più note, sistemate in un stanza-armadio, le scarpe poste in una scarpiera del bagno, tutte rigorosamente Hogan o Prada.

 

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