“Come mai il 13 gennaio solo dopo una telefonata dei carabinieri di Prato alla Capitaneria di Livorno viene monitorato il traffico marittimo e si scopre una rotta insolita ed una velocità ridotta della “Costa Concordia”? E’ la domanda che pongono in documento sei Comandanti e capitani di lungo corso di Meta di Sorrento, oggi in pensione,

che hanno promosso un gruppo di solidarietà ed una pagina su Facebook in favore del Comandante Francesco Schettino e chiedono alla magistratura di indagare sul comportamento della Capitaneria di Porto di Livorno. “Il Comandante De Falco – afferma Carlo Sassi, capitano di lungo corso ed ex sindaco di Meta di Sorrento dal 1995 al 2004 – che ha diretto le operazioni di soccorso dal suo ufficio di Livorno ci spieghi perché la “Costa Concordia”, che navigava troppo sotto costa, non è stata avvisata per tempo?. “Tra i compiti istituzionali delle Capitanerie di Porto – ricordano i firmatari del documento pro-Schettino – c’ è il monitoraggio del traffico marittimo, che avviene con due apparecchiature in uso alle stesse Capitanerie, il “Vts” e l’ “Ais”.

Compamare Livorno stava effettuando il monitoraggio del traffico come suo compito? Ci auguriamo che l’ Autorità giudiziaria – concludono gli amici del Comandante della ‘Costa Concordia’ voglia indagare anche su questo aspetto”. Ai giornalisti l’ ex sindaco di Meta aggiunge la propria tesi sulla dinamica del naufragio. “Un errore umano c’é stato, ma Schettino non è un pazzo e non c’ entrano donne né altre cose che sono state scritte. La nave, che è lunga 300 metri, ha accostato la poppa a terra nel virare a dritta, trovandosi troppo sottocosta ha impattato con lo scoglio, come dimostra lo squarcio nella parte di poppa”.

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