Nuova bufera sulla giustizia a Napoli con l’esecuzione di 14 misure cautelari. L’inchiesta ha evidenziato l’esistenza di un vero e proprio sistema corruttivo. In particolare, dalla documentazione acquista nel corso delle perquisizioni è emerso che gli indagati avevano nella propria disponibilità delle liste contenenti i procedimenti sui quali intervenire ed accanto a ciascun fascicolo vi erano apposte annotazioni contenenti gli importi da versare e da recuperare per l’interessamento con precisa distribuzione di quote spettanti a ognuno.

La condotta si è consumata, come nella precedente indagine, anche nella materiale sparizione di fascicoli processuali secondo lo schema già accertato e collaudato: i dipendenti pubblici, funzionari o commessi, su sollecitazione di vari professionisti e faccendieri, intervenivano, illecitamente, su fascicoli processuali, occultandoli o sottraendo dagli stessi atti, in cambio di denaro ed altre regalie, al fine di condizionare il normale iter giudiziari. I rapporti frequenti e confidenziali tra gli avvocati ed i cancellieri, fotografati attraverso le intercettazioni audio-video negli uffici della Corte d’Appello, oltre a sfociare in vere e proprie condotte correttive secondo lo schema sopra analizzato, consentivano anche ai legali di ottenere una corsia preferenziale rispetto ai loro colleghi, nell’acquisizione di informazioni e di copie di atti in assenza di istanza di pagamento dei diritti di cancelleria.

 

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