“Stiamo discutendo una sfiducia per un comunicato stampa?”. Così Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, destinatario della mozione di sfiducia del centrodestra, prima del voto sulla mozione che è stata bocciata a maggioranza. “Quando si è dimesso il responsabile della mia segreteria, gli uffici fecero un comunicato stampa spiegando che era per il doppio lavoro – ha detto – Appena io ho saputo delle indagini, ho chiesto di essere ascoltato inviando una richiesta alla Procura”. A novembre, il capo della segreteria di De Luca, Nello Mastursi, si dimise dall’incarico. Da Palazzo Santa Lucia, in una nota, fu comunicato che la decisione era maturata per l’eccessivo carico di lavoro di Mastursi, dato il ruolo di responsabile organizzativo del Pd. Subito dopo però emerse il coinvolgimento di Mastursi nell’inchiesta su presunte pressioni su uno dei giudici chiamati a decidere sulla sospensione di De Luca. “Parliamo di un comunicato più o meno sgangherato e intanto apprendevamo che due esponenti nazionali dei Cinque Stelle, un vicepresidente della Camera e un presidente di Commissione venivano informati di un ricatto e tacevano – ha continuato riferendosi al caso Quarto – Membri del cosiddetto Direttorio, una parola che evoca altri scenari”. “Dio c’è e il suo angelo vendicatore ha volato da Quarto a Marano a Forio d’Ischia – ha concluso – Avete fatto come i personaggi di Cervantes che vanno a fare lana e tornano tosati”.

 

 

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