“Nell’area ex Pozzi di Calvi Risorta i rifiuti sono stati tombati secondo un sistema quasi scientifico usato dal clan dei Casalesi”. E’ quanto dichiara il Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stato Sergio Costa presenti nella zona dove sono in corso le operazioni di scavo coordinate dal Comando della Forestale di Caserta. Allo stato a procedere alle indagini è la Procura di Santa Maria Capua Vetere, che non ha competenza sui reati di matrice mafiosa. “Il nostro è uno spunto investigativo che va approfondito – prosegue Costa – ma abbiamo constatato che qui a Calvi Risorta come in altre zone del Casertano, dove i rifiuti sono stati sotterrati dai Casalesi, sono state usate modalità che rendono il terreno compatto e non franoso, con vari strati di rifiuti e terra che si sovrappongono fino all’ultimo strato superficiale di poche decine di centimetri di terreno in buono stato. Quel che sembra certo è che chi ha eseguito il tombamento dei rifiuti è un soggetto diverso da chi la commissionato” conclude Costa. Intanto la Procura di Santa Maria Capua Vetere, in una nota, ha illustrato la genesi dell’indagine, avviata il 20 maggio 2014 quando fu emesso un primo decreto di ispezione dell’area; ulteriori sopralluoghi furono effettuati il 9 settembre, il primo ottobre 2014 e il 17 febbraio 2015. L’ufficio inquirente retto da Raffaella Capasso ha poi confermato che nella giornata di ieri sono emersi dagli scavi sacchi riportanti le seguenti scritte: “politilene/riblene”, “pliolite/Good Year chimica Division”, “Basf”, “Eltex”. Sono stati rinvenuti inoltre altri 4 fusti di cui uno riportante la scritta “Pozzi vernici”. Sul posto oggi erano presenti anche i vigili del fuoco di Caserta del Nucleo Nbcr che non hanno al momento rinvenuto tracce di sostanze radioattive. Domani arriveranno i tecnici dell’Ingv per ulteriori analisi sul terreno