Nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dai magistrati della procura di Napoli – Direzione distrettuale antimafia, i carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Mondragone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Napoli, nei confronti di 9 indagati indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso armata e finalizzata alla commissione di vari delitti: tentato omicidio, estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti, atti intimidatori con danneggiamenti, riciclaggio e traffico di armi. Nel clan egemone della zona c’era un vero e proprio gruppo armato, costituito da giovanissimi senza scrupoli con di grossa cilindrata.
Tra i fatti di maggior allarme e gravita’ il tentato omicidio e il ferimento di due ragazzi di Mondragone, utilizzati da un gruppo emergente all’interno del clan per lo spaccio di cocaina. Fatti che si inseriscono in una vera e propria faida scoppiata per il controllo delle piazze di spaccio nella zona e cessata grazie all’arresto dei capi della fazione emergente da parte dei carabinieri di Mondragone. Si tratta di veri a propri atti intimidatori, ordinati dal clan per punire quanti non si piegavano alla sua volonta’. E, ancora, vere e proprie spedizioni punitive eseguite anche fuori dal comune di Mondragone, come il ferimento di un uomo di Recale eseguito per fare un piacere ad un amico del clan e il violento danneggiamento di un bar, all’interno del quale sono stati esplosi numerosi colpi di pistola. Nel corso delle indagini sono state trovate armi utilizzate e a disposizione del clan, tra cui mitragliatori, fucili a pompa, pistole, oltre a varie munizioni. E’ ancora una volta il mercato della droga, insieme alle estorsioni raccolte sul territorio dalle attivita’ commerciali, a portare nelle casse del clan la maggior parte degli introiti. A raggiungere Mondragone per acquistare droga sono giovani e giovanissimi anche dal vicino basso Lazio. Sono emersi anche episodi di probabile motivazione etnica: il gruppo criminale e’ indiziato di aver dato alle fiamme numerose autovetture in uso a ragazzi bulgari, accusati ingiustamente di aver rubato della sostanza stupefacente all’organizzazione.