Codice rosso. All’ospedale Moscati di Aversa serve il trasporto d’emergenza al pronto soccorso. La struttura versa in pessime condizioni. L’involucro sanitario non è stato al passo col picco professionale registrato negli ultimi anni con l’arrivo di anno in anno di medici e infermieri di grande affidabilità e competenza. Ad esempio l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (Utic) è divenuta un punto d’eccellenza. Un reparto “attrattivo”. Un fiore all’occhiello. Anche altre divisioni hanno fatto passi da gigante. Mentre è ferma all’anno zero la ristrutturazione di un complesso che accoglie un bacino di utenza di circa 250mila persone. Basti pensare che i cittadini di Giugliano, dove è operativo il San Giuliano, o quelli di Sant’Antimo si recano al Moscati di Aversa per prestazioni di ogni tipo. Il pronto soccorso è praticamente preso d’assalto ogni giorno. E alla faccia delle inaugurazioni deluchiane gli “interni” sono addirittura sprovvisti di sistemi di climatizzazione. In estate pazienti e personale medico per il caldo sono in costante rischio svenimento. Da terzo mondo alcune ali dell’ospedale.
Appena una settimana fa dopo un solo girotondo attorno al presidio abbiamo avuto la sensazione di costeggiare palazzoni degli anni Sessanta (nelle foto). Nel senso che salta agli occhi che la manutenzione ordinaria all’esterno e in parte all’interno è un optional. Alcuni percorsi per raggiungere i reparti sembrano paludi. Marciapiedi nell’incuria. Col tempo i cumuli di rifiuti speciali si sono trasformati in piccole montagne. E il deposito temporaneo, ripetiamo temporaneo, dei materiali fuori uso è diventato un museo degli orrori aperto ormai da anni. L’ingresso per ammirare gli oggetti “antichi” è gratuito. Questo va detto. Accanto all’ingresso principale del Moscati sono in corso (finalmente) i lavori di restyling. Quando termineranno? Lo scopriremo solo vivendo. Nutriamo qualche dubbio che quelli più vecchi di noi saranno ancora vivi.
Sulla carta l’ospedale dovrebbe trasformarsi da brutto anatroccolo in principe azzurro. In Campania passare dalla carta alla realtà è impresa non facile. Nel frattempo si deve sperare nella benevolenza degli dei con l’auspicio che non servano sacrifici umani. Bisogna entrare nelle grazie di Giove. Il dio del cielo deve “calmare le acque”. Guai se piove. Si allaga tutto (nelle foto). Sia all’esterno che in qualche zona all’interno. È mai possibile che nel 2019 un ospedale si allaghi? Sì, è possibile. Ed è una vergogna.
Mario De Michele
LA FOTOGALLERY DEL DEGRADO