I ribelli libici offrono 1,6 milioni di dollari a chiunque consegni, vivo o morto, Muammar Gheddafi. E’ quanto ha dichiarato il presidente del consiglio di transizione Mustafa Abdel Jalil. Intanto Gheddafi non molla e nella notte torna a farsi vivo via radio: ”Vittoria o morte”, tuona il leader libico,
mentre un portavoce del regime minaccia di trasformare la Libia in un ‘vulcano’ sostenendo che il governo di Gheddafi resistera’ mesi o addirittura anni. Quasi a evocare quanto appena dichiarato, le forze lealiste hanno lanciato una offensiva nella notte sparando fra l’altro diversi missili Scud dalla zona di Sirte, citta’ di origine del leader libico, verso l’enclave di Misurata, controllata dai ribelli. Mentre il mondo si chiede che fine abbiano fatto il colonnello e i suoi figli dopo che gli insorti hanno espugnato il compound di Bab al-Aziziya, Gheddafi parla con una radio locale di Tripoli: ”la ritirata dal bunker e’ stata una mossa tattica”, ha sostenuto il rais. Nel discorso, citato dalle tv satellitari Al Orouba e Al-Rai, Gheddafi ha poi giurato vittoria o morte contro l’aggressore. Subito dopo e’ intervenuto il portavoce del regime che, in una telefonata alla tv Al Orouba, ha minacciato gli insorti: ”i leader dei ribelli non avranno pace se vengono a Tripoli”, ha detto, sostenendo che il regime potrebbe resistere mesi o anni. Nell’evocare uno scenario iracheno, il portavoce ha poi annunciato che forze fedeli al leader libico hanno catturato quattro persone ”di alto livello” del Qatar e un cittadino degli Emirati Arabi Uniti. Intanto, testimoni hanno raccontato alla tv al-Arabiya che decine di missili grad sono stati sparati su Tripoli mentre la controffensiva dei lealisti ha lanciato missili Scud su Misurata e ha colpito la citta’ di Ajelat, a ovest di Tripoli, con missili e carri armati.