“Rivendico con determinazione il percorso iniziato dalla maggioranza Villano che ci avrebbe portato alla redazione ed approvazione di un Puc sicuramente rispettoso delle leggi”. Frasi così solenni avrebbero di per sé messo a dura prova la digestione di qualsiasi cittadino di Orta di Atella. Pronunciate da Salvatore Del Prete provocano la nausea. Sentire pontificare il consigliere uscente, recordman interplanetario di scioglimenti per camorra (2 in 10 anni) sullo sviluppo urbanistico della città suscita un irrefrenabile sdegno.

Ma come è possibile? Magò, servitore devoto del camorrista Angelo Brancaccio, assieme a lui principale massacratore del territorio negli anni del cemento, parla di rispetto delle leggi!!! E punta l’indice contro chi lo accusa, è il minimo, di essere uno dei vertici della Cupola politico-affaristica che durante il boom edilizio ha rubato a mani basse raschiando fino al sottosuolo dove affondano i pilastri su cui poggia “Orta 2”. Oltre alla balla stellare della legalità ha avuto lo stomaco di elevarsi a persona al di sopra di ogni sospetto. Replicando al Collettivo Città Visibile (quando lo cita dovrebbe almeno lavarsi i denti) Del Prete ha dichiarato su un organo di stampa di regime che Lui “non accetta lezioni da nessuno, meno che mai da chi sul Puc ha sempre taciuto”.

Del Prete è andato ben oltre il mondo alla rovescia. Vive sul pianeta Bugia. E nella dimensione Pornografia. Sulla faccia della Terra infatti non c’è nessuno più menzognero in grado di pronunciare, senza vergognarsi e nemmeno arrossire, oscenità che scandalizzerebbero anche il più lascivo degli uomini. Sentire parlare Del Prete di rispetto delle leggi è come ascoltare Nerone inveire contro i piromani. E forse, anzi senza forse, l’imperatore romano sarebbe anche più credibile di Magò. Lui, l’umile inserviente di Brancaccio, rivendica di aver votato e presentato ricorso contro il Puc ai tempi del dominio del suo ormai ex padrone.

Vero. Però diciamo tutta la verità. Ci pensiamo noi altrimenti nella speranza che lo faccia Del Prete non dovremmo attendere fino al 2020 ma fino al 200mila e 20. In quale anno l’amministrazione Brancaccio ha approvato in consiglio lo strumento urbanistico osteggiato da Del Prete? 8 luglio 2014. Quando si è consumato il sacco della città? Tra il 2004 e il 2008. Ci sono le carte, cioè centinaia e centinaia di licenze edilizie illegittime, che lo attestano. In questo arco temporale, e già da molto prima, chi era l’uomo più vicino all’allora sindaco ortese? Salvatore Del Prete. Che era legato così morbosamente a Brancaccio da essere geloso anche della moglie di sua maestà. Alla consorte dell’allora dominus della città arrivavano occhiatacce piene d’astio se osava porgere lei un bicchiere d’acqua al marito, se si permetteva di ricordargli di prendere le medicine, se raccomandava al consorte di farsi la barba. Negli anni delle colate di calcestruzzo tra le tante amanti di Brancaccio al primo posto c’era Salvatore Del Prete. Innamorato del carisma politico e dell’uomo. Ma soprattutto sensibile al profumo dei soldi. E seppure tutti sapessero, Magò in primis, la provenienza illecita di quel denaro si è sempre riempito le tasche di centinaia di migliaia di euro sporchi. Oggi, a distanza di poco tempo, e soprattutto dopo la caduta dell’impero Brancaccio, veste i panni di Giansenio. Con un semplice tratto di penna pretende di cancellare tutto il suo passato all’insegna delle peggiori nefandezze politico-amministrative e affaristiche.

A dire che Del Prete è un tangentista incallito è proprio il suo mentore, il suo ex idolo, il suo amore di una vita, poi tradito per evitare di stargli accanto nei successivi anni di sofferenza. Una cosa era affiancare Brancaccio nei viaggi per riciclare le tangenti di Sergio Orsi, imprenditore della camorra. Oppure trascorrere per oltre 10 anni di fila lussuose vacanze a scrocco, mangiare a sbafo nei più costosi ristoranti d’Italia, alloggiare a gratis a Principe di Savoia di Milano, tutto a spese dell’ex sindaco ortese, ben altra cosa è soggiornare in una cella senza alcun confort. Molto meglio la zona termale del Jolly Hotel di Ischia dove Salvatore Del Prete con sua moglie e gli allora coniugi Pasquale Garofalo e Lina Capuano si andavano a rilassare. Il primo accusato dai pentiti di essere prestanome del figlio di Sandokan, Nicola Schiavone, durante il sacco edilizio. La seconda indicata anche dalla relazione prefettizia come una dei beneficiari, tramite la ditta di famiglia, della nascita di “Orta 2”. Ovviamente il padrone di casa dell’albergo ischitano, cioè chi cacciava i soldi per tutti, era Brancaccio.

Nella foto “d’epoca” potete apprezzare quattro bellezze femminili che sorridenti si godono le ferie. Da sinistra ammirate Tanya Brancaccio, primogenita dell’ex sindaco, la moglie di Del Prete, sempre sorridente nonostante non sappia tra chi dividersi per i promiscui impegni familiari, la debordante Lina Capuano e Rosanna Improta, consorte del re ortese di allora. I maschietti dove sono? Che domanda! Magò si sta adoperando in rilassanti massaggi per alleviare i dolori alla schiena di Brancaccio. Pasquale Garofalo è in giro nell’Hotel a caccia di qualche gentleman con cui sorseggiare un drink al chiaro di luna. Alla fine di oltre un decennio di bagordi e banchetti pantagruelici Salvatore Del Prete vuol far credere alla gente che lui era estraneo ai traffici di Angelo Brancaccio. Se il tacchino dicesse di essere felice nel giorno del Ringraziamo sarebbe più attendibile.

Mario De Michele

(continua…)

LE QUATTRO DELL’APOCALISSE

 

SALVATORE DEL PRETE PRONTO AD INTERVENIRE IN CASO DI TAGLIO CON FUORISCIUTA DI SANGUE

 

A SINISTRA ANGELO BRANCACCIO A DESTRA PASQUALE GAROFALO

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