Si chiama Leonardo Vecchiolla, lo studente universitario di 23 anni, originario di Benevento ma residente a Ariano Iripino, fermato oggi pomeriggio a Chieti dai carabinieri perché ritenuto fra gli autori dell’assalto al furgone dei carabinieri sabato scorso a Roma.
Il giovane, che frequenta la facolta di psicologia, abita in affitto in una delle 300 stanze dello studentato che si trova a poche centinaia di metri dal campus dell’università ‘D’Annunziò a Chieti. Sorpresa tra gli altri studenti. Probabilmente si preparava ad un’altra ‘azione’ in Val Di Susa, di cui vantarsi alla prima occasione utile, così come ha fatto per gli scontri di una settimana fa a Roma in occasione della manifestazione degli Indignati. Ma è stato fermato proprio mentre si accingeva a mettersi in viaggio in vista del raduno No Tav organizzato per domani. Vecchiolla è stato bloccato oggi mentre saliva in macchina alla volta del Piemonte. Quando i carabinieri del capoluogo abruzzese, che con i colleghi campani hanno collaborato insieme al Ros di Roma, l’hanno preso, ha avuto un gesto di stizza ed ha inveito contro loro. Pesanti le ipotesi di reato formulate nei suoi confronti dalla procura di Roma: tentato omicidio, devastazione e danneggiamento. Il giovane, ritenuto vicino all’area antagonista e considerato non nuovo ad appuntamenti di piazza poi degenerati (tra l’altro risulta essere già stato in Val Di Susa in precedenti manifestazioni) sarebbe uno degli autori dell’assalto al furgone dei carabinieri nei pressi di piazza San Giovanni. Un attacco, a colpi di sassi, bombe molotov ed altri oggetti contundenti, culminato nel ferimento del conducente e nell’incendio del mezzo sul quale, poco prima, era stata apposta la scritta, con vernice spray, ‘Acab’ (All cops are Bastards) acronimo coniato negli anni novanta dalle tifoserie violente inglesi per sintetizzare il loro disprezzo nei confronti delle forze dell’ordine. E’ stata la telefonata con un pusher di Chieti, quest’ultimo intercettato dai carabinieri, a mettere nei guai Vecchiolla. “Hai visto cosa ho combinato a Roma?”, ha detto all’interlocutore. Da qui gli accertamenti ed i riscontri attraverso l’esame di filmati e foto dei disordini. Sarà ora la procura di Chieti a sollecitare la convalida della misura restrittiva e, dopo l’interrogatorio di garanzia, l’indagato sarà messo a disposizione dell’autorità giudiziaria romana. Il fermo sembra il preludio all’identificazione di altri autori dei disordini. Gli investigatori, su indicazione del procuratore aggiunto Pietro Saviotti e del sostituto Simona Marazza, proseguono nell’attività di setaccio delle immagini raccolte. Commentando il fermo di oggi il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha dichiarato: “Se i sospetti saranno confermati si avrà un’ulteriore certezza che coloro che hanno organizzato i disordini a Roma sabato scorso sono dei professionisti della violenza. Siamo di fronte a una rete di antagonismo illegale che agisce provocatoriamente in tutti gli scenari di conflitto sociale esistenti nel Paese”. Per il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, la “varietà della strumentalizzazione violenta della protesta ci dice che esistono professionisti che si spostano per ‘aizzare’ chi scende in piazza pacificamente”.