Nell’ultima seduta prima della pausa estiva il Consiglio dei Ministri ha sciolto l’amministrazione comunale di San Cipriano d’Aversa ratificando il decreto del Presidente della Repubblica, a norma dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 ossia per tutti quei casi dove è stato accertato un conclamato condizionamento sull’amministrazione comunale da parte della criminalità organizzata.
A San Cipriano d’Aversa, ricordiamo, era arrivata una commissione d’accesso dopo l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del sindaco in carica Enrico Martinelli avvenuto lo scorso 13 marzo. Martinelli, fu poi scarcerato dal Riesame il 31 marzo.
Enrico Martinell era anche indagato ed è accusato di far parte della fazione del clan dei Casalesi facente capo ad al boss Antonio Iovine. Nei mesi scorsi era emerso uno scambio di pizzini tra il sindaco ed il cugino omonimo ritenuto un esponente di primo piano del clan. “Dal materiale documentale acquisito ed esaminato – ha scritto il gip a marzo- emerge come Martinelli Enrico, tra i piu’ fidati luogotenenti del capoclan (Antonio Iovine, ndr.), e’ il vero sindaco e utilizza il suo omonimo come prestanome della carica pubblica. I ‘pizzini’ sono imbarazzanti per il sindaco, soprattutto nella parte in cui costui e’ destinatario dei rimbrotti e dei rimproveri del boss che gli ricorda che e’ stato eletto in quanto egli stesso affiliato al clan”. In particolare, per il giudice, emerge il biglietto contrassegnato con il numero 32 con l’elenco di “tutti i lavori e chi li deve fare, per non creare malintesi”. Il boss parte dall’appalto pubblico per il cimitero, per passare all’asfalto di via Acquario, al II lotto per l’ampliamento dello stadio alla pubblica illuminazione, tra una sgrammaticatura e l’altra infilando il nome di chi deve avere il lavoro. Il testo, annota il gip, “si pone tra il 9 maggio 2007”, data di una delibera di giunta del sindaco che segue le indicazioni, e il 29 agosto 2007, data dell’arresto del boss.