Tanti non so. Molti non ricordo. E una dichiarazione netta e ribadita più volte: sullo svolgimento della gara di circa 13 milioni di euro per la riqualificazione urbana di Villa Literno non è intervenuto. In nessun modo. Antonio Iovine è stato ascoltato oggi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in videoconferenza da una località segreta nell’ambito del processo che vede imputati tra gli altri l’ex sindaco liternese Enrico Fabozzi. Durante il controesame condotto dagli avvocati Mario Griffo e Michele Di Fraia, il super pentito dei Casalesi ha chiarito una volta e per tutte che nella vicenda del maxi-appalto lui non ha mai avuto rapporti con il mondo politico e con l’amministrazione comunale, meno che mai con l’allora sindaco di Villa Literno. “Ho solo una conoscenza indiretta dei lavori a Villa Literno – ha dichiarato Iovine-. Non mi sono mai occupato né dell’appalto, né dei sub-appalti”. Non a caso quando è stato incalzato dall’avvocato Griffo su fatti specifici – date, luoghi, incontri – il boss-pentito non è stato in grado di fornire alcun riferimento preciso rispondendo con una serie di “non so, non ricordo”.

Così come già riferito nell’esame del pm Antonello Ardituro dello scorso 7 giugno, Iovine ha ribadito che si limitò a garantire al cugino Paolo Caterino, che stava in contatto con Giovanni Malinconico (l’imprenditore che assieme ai fratelli Mastrominico si aggiudicò la gara) la non interferenza delle altre fazioni del clan. Nessun rapporto con Fabozzi, quindi. E nessun intervento sull’appalto, come dimostra il fatto che Iovine in riferimento alla gara ha parlato di assegnazione con il massimo ribasso, mentre in realtà i lavori furono assegnati in base all’offerta economicamente più vantaggiosa per il Comune, attraverso una procedura molto più trasparente. Il massimo ribasso era la modalità con la quale i Casalesi mettevano le mani sugli appalti pubblici tramite il “sistema della turnazione” tra le ditte vicine al clan. Rispetto alla posizione dei fratelli Mastrominico, il pm Ardituro ha chiesto un’integrazione dei capi d’imputazione, alla luce delle rivelazioni di Iovine che ha riferito di presunti rapporti sia con lui che con il gruppo Schiavone.

Nell’udienza di oggi era previsto anche l’esame di Massimo Alfiero, che dopo essersi pentito non ha voluto più collaborare con la giustizia, il quale si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il presidente del collegio giudicante Orazio Rossi ha accolto la richiesta di Ardituro di acquisizione dei verbali con le dichiarazioni rilasciate da Alfiero durante il breve periodo di “pentimento”. Il giudice ha fissato la prossima udienza per il 18 luglio. I legali di Fabozzi hanno annunciato che in quella occasione l’ex sindaco di Villa Literno farà delle dichiarazioni spontanee. Nella stessa udienza è prevista la requisitoria del pubblico ministero. Dopo la pausa estiva la parola passerà ai difensori dei vari imputati. La sentenza potrebbe arrivare già tra novembre e dicembre. Tempi brevi dunque per l’esito del processo anche per la volontà di Fabozzi di non temporeggiare in modo da fare chiarezza quanto prima sulla vicenda e dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati.

Mario De Michele

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