Nella legge Severino serve un coordinamento tra le norme sulla inconferibilita’ degli incarichi e quelle su incandidabilita’ e sospensione: ci sono “divergenze” sui reati elencati e sulle conseguenze legate alla loro graduazione e gravità.Lo segnala l’Anticorruzione (Anac). Per l’Autorità è necessario un coordinamento tra le ipotesi di inconferibilita’ degli incarichi per condanna non definitiva previste da uno dei decreti attuativi della legge 190 anticorruzione, ossia il 39/2013, e le ipotesi di sospensione dalla carica previste dall’altro decreto attuativo, il 235/2012. Quest’ultimo è quello in cui potrebbe incappare Vincenzo De Luca, eletto presidente della Regione Campania, ma a rischio sospensione per una condanna in primo grado per abuso d’ufficio. L’Anticorruzione ha approvato una delibera che al punto 7 analizza le divergenze tra le due norme su inconferibilita’ e sospensione dalla carica. L’obiettivo delle due misure è lo stesso: evitare l’accesso o la permanenza in carica di soggetti privi dei dovuti requisiti di moralità e imparzialità. Ma diversi sono i reati elencati nelle due disposizioni. E se il decreto 39 prevede una graduazione delle conseguenze in rapporto alla gravità dei reati, il 235 negli articoli 8 e 11 sulla sospensione da cariche regionali e locali – spiega la delibera – non applica né distinzioni né graduazioni in base al reato e alla pena inflitta. Per questo, afferma l’Authority, sarebbe “opportuno che il legislatore procedesse a un’armonizzazione”.

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