Alle tre di questa mattina, due operai della Fiat del reparto “confino” di Nola si sono introdotti nel cantiere della nuova stazione metropolitana di Piazza Municipio, a Napoli, arrampicandosi su una delle gru più alte. E’ questa la nuova azione di protesta messa in campo dagli operai del Comitato di lotta Cassintegrati e Licenziati Fiat, licenziati ormai da un anno dopo aver inscenato il finto suicidio di Marchionne ai cancelli dello stabilimento. La folcloristica azione di protesta era nata in seguito al terzo suicidio di un’operaia Fiat dopo anni di cassa integrazione. “Sono anni che siamo in cassa integrazione e, l’anno scorso, cinque di noi sono stati addirittura licenziati. Questo perché continuiamo a denunciare i suicidi, i voti di scambio nelle elezioni sindacali e le politiche affaristiche fatte di accordi e compromessi tra azienda e sindacalisti sulla pelle dei lavoratori”. Il 21 maggio ci sarà la prima udienza della causa tra gli operai e l’azienda. Gli operai, dalla gru, hanno annunciato anche l’inizio dello sciopero della fame e della sete. Le loro richieste sono molto chiare: reintegro dei licenziati politici e reintegro a Pomigliano dei 316 operai “confinati” nel reparto di Nola dove, denunciano i lavoratori, è finita la parte più sindacalizzata della fabbrica. Intanto, il cantiere della metropolitana resta bloccato.
Giulia Ambrosio
Luca Leva