Non è servita un’intera notte per smussare gli angoli e trovare la quadratura del cerchio. La segreteria campana del Pd, che si è riunita ieri sera fino all’alba, non ha sbrogliato la matassa delle liste alle regionali. A pochi minuti dall’inizio dell’assemblea, a porte chiuse, alla Stazione Marittima a Napoli, è ancora irrisolto il “caso” Alfieri. La candidatura del sindaco di Agropoli è quella più discussa. E’ sotto processo per corruzione nell’ambito dell’inchiesta “Due Torri” per fatti risalenti a quando era assessore ai lavori pubblici alla Provincia di Salerno. I vertici nazionali hanno alzato le barricate. I deluchiani insistono per mandarlo in campo. Sul tappeto anche le posizioni di altri due primi cittadini: Dionigi Magliulo e Pino Capasso. Il primo è sindaco dimissionario di Villa di Briano, nel Casertano, rinviato a giudizio direttamente dal pm per corruzione elettorale. Il secondo è decaduto dalla carica di sindaco di San Sebastiano al Vesuvio per una multa che gli è stata comminata dai “suoi” vigili urbani. In pratica ha utilizzato il giochetto della decadenza per evitare lo scioglimento del consiglio comunale. Un ostacolo più facile da superare rispetto ai problemi giudiziari di Alfieri e Magliulo. La sua candidatura potrebbe passare sub iudice in attesa delle dimissioni in blocco dei consiglieri del Comune vesuviano. Su Alfieri e Magliulo (la cui posizione giudiziaria è più leggera) potrebbe abbattersi la mannaia romana. Come anticipato da Campania Notizie, Lorenzo Guerini ha tracciato una linea invalicabile: no ai rinviati a giudizio nelle liste. E la segretaria regionale Assunta Tartaglione difficilmente si opporrà al diktat del braccio destro di Renzi. Un’altra grana, per usare un eufemismo, è scoppiata sui nomi proposti dalla federazione di Avellino: Rosetta D’Amelio, Enzo De Luca, Beniamino Palmieri, Roberta Santaniello. In questo caso il problema non nasce nella aule di giustizia ma in sede politica. Tutti e quattro sono espressione della maggioranza del partito irpino, indicati peraltro da meno della metà dei componenti dell’assemblea provinciale. La questione è stata posta direttamente da Valentina Paris, avellinese, responsabile nazionale degli Enti locali. Neanche in questo caso si è giunti a una soluzione. La Tartaglione potrebbe proporre il congelamento del caso Avellino in attesa di un chiarimento politico tra i dem irpini. Insomma dopo ore e ore di estenuante discussione notturna il quadro delle candidature alle regionali è ancora da definire. Per il Pd campano “nun è passat’ ‘a nuttat”. Ora bisognerà vedere come passerà la giornata.

Mario De Michele

 

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