POMPEI – La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo per indagare su possibili infiltrazioni della camorra nell’area archeologica di Pompei e sull’interesse che i clan potrebbero avere sul ‘tesoretto’ da 105 milioni che l’Unione europea ha annunciato nei giorni scorsi per il restauro e la messa in sicurezza del sito.
L’indagine è stata appena avviata e nasce dalle dichiarazioni del sottosegretario ai Beni culturali Riccardo Villari, che in occasione della presentazione del progetto di riqualificazione del sito, due giorni fa, aveva parlato di “segnali, che si possono interpretare in vari modi” della presenza della camorra e della criminalità organizzata nella gestione di Pompei: “È un affare nel quale girano decine di milioni di euro l’anno”, aveva spiegato Villari, “camorra significa un malaffare, un metodo, che si focalizza dove ci sono interessi e soldi. E a Pompei ci sono”. Ora il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore vuole vederci chiaro eannuncia che “dopo le dichiarazioni di Villari abbiamo aperto un fascicolo. Ci dovrà dire da chi l’ha saputo e che elementi ha”. Il fascicolo è affidato alla Direzione distrettuale antimafia, il pool è guidato dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo che si occupa dei reati di criminalità organizzata nella zona vesuviana. Secondo il ‘Progetto Pompei 2011-2015’ i fondi comunitari saranno gestiti totalmente dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, che predisporrà i bandi ed attiverà le procedure necessarie per iniziare i lavori nel 2012, come vuole l’Unione europea. Soldi su cui si teme che la camorra possa riuscire a mettere le mani, attraverso possibili collusioni per ottenere gli appalti.