ERCOLANO – Duro colpo ai clan di camorra nel Napoletano: in nottata i Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco (Napoli) hanno eseguito 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere (di cui 13 notificate a persone gia’ detenute) nei confronti di presunti affiliati ai clan Ascione – Papale e Iacomino – Birra, in lotta per il predominio degli affari illeciti a Ercolano, e ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentati omicidi e violazione alla legge sulle armi aggravati dal metodo mafioso.
Nel corso di indagini – coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – i Carabinieri che avevano iniziato le investigazioni dopo denuncia sporta da vittime di estorsione, hanno individuato il ruolo dei soggetti di spicco delle strutture associative e accertato l’alleanza tra gli Ascione – Papale e i Lago di Pianura; una alleanza finalizzata a procacciare armi e killer da impiegare nella lotta con il clan Iacomino-Birra, identificando gli autori di due tentati omicidi avvenuti negli anni scorsi a Ercolano e Torre del Greco.
Le indagini che hanno portato alla esecuzione delle ordinanze hanno consentito di far luce su due tentati omicidi e di ricostruire il contrasto violento che opponeva i due clan Ascione – Papale e Iacomino – Birra di Ercolano (Napoli). In particolare il 16 ottobre 2006 un gruppo afferente agli Iacomino – Birra intercettava su una strada pubblica a Torre del Greco, Ettore Merlino considerato un esponente degli Ascione – Papale che, aggredito con bastoni e mazze in ferro, veniva ridotto in fin di vita e salvato dall’intervento di persone presenti sul posto che prestarono il primo soccorso. L’altro episodio è datato alla sera del 30 luglio 2009 quando uomini del gruppo Ascione – Papale esplosero una raffica di colpi di pistola contro Francesco Durantini, ritenuto dai carabinieri elemento del clan Birra – Iacomino, mentre era affacciato al balcone della sua abitazione in via Pugliano. L’uomo fu ferito ad una gamba sinistra e solo per caso riuscì a scampare alla morte. Gli episodi sono stati ricostruiti grazie a intercettazioni video ambientali e telefoniche e si sono avvalse del contributo di collaboratori di giustizia.