I carabinieri di Caserta hanno notificato l’avviso di chiusura indagini a Nicola Cosentino, ai fratelli Giovanni e Antonio (i primi due sono in carcere, il secondo è ai domiciliari) e altre 11 persone, tra cui l’ex prefetto di Caserta Maria Elena Stasi, indagati a vario titolo per reati di estorsione e illecita concorrenza con l’aggravante di aver agito per agevolare il clan camorristico dei Casalesi. La notifica degli avvisi è partita qualche giorno fa con gli indagati detenuti e si è conclusa nella giornata di oggi. I Cosentino finirono in carcere il 3 aprile scorso insieme ai fratelli del boss Michele Zagaria, Pasquale e Antonio. Il fatto contestato dai magistrati inquirenti (i pm sono l’Aggiunto Giuseppe Borrelli e il sostituto Fabrizio Vanorio della DDA di Napoli, Francesco Curcio, applicato alla Direzione Nazionale Antimafia e Antonello Ardituro, ora al Csm) riguarda la gestione degli impianti di distribuzione di carburanti tra Casal di Principe e Villa di Briano. Secondo l’accusa, l’ex sottosegretario del Pdl e i fratelli – proprietari di diversi distributori nel Casertano – approfittando dei propri contatti con il clan dei Casalesi avrebbero costretto il Comune di Casal di Principe e la Regione Campania a compiere attimi illegittimi “per impedire o rallentare la creazione di altri impianti da parte di società concorrenti”. Il tutto per avvantaggiare le società di famiglia: l’Aversana Petroli, l’Aversana Gas e l’Ip Service. A far partire le indagini le dichiarazioni di Luigi Gallo, titolare di una stazione di servizio in costruzione a Villa di Briano; l’imprenditore aveva ottenuto la licenza per aprire un impianto di carburanti, impedendo in pratica ai fratelli Cosentino di averne una analoga a 5 chilometri di distanza. Per ottenerla ugualmente, i Cosentino indussero due funzionari dell’Uffcio Tecnico del Comune di Casale a rilasciare un’autorizzazione ad una società partner dei Cosentino. Gli indagati avranno ora venti giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati, quindi i pm potranno formalizzare la richiesta di rinvio a giudizio