Stava lavorando alla manutenzione di uno dei binari sui quali solo pochi giorni fa un carro siluro dell’Ilva era deragliato causando lo sversamento di 200 tonnellate di acciaio liquido incandescente, e nessuno miracolosamente era rimasto ferito. Questa mattina Antonio Iodice, 54 anni, originario del casertano e dipendente della ditta ‘Global Service’ dell’appalto Ilva, è morto schiacciato da un escavatore con benna di proprietà della Global Costruzioni Srl di Caserta, condotto da un dipendente della stessa ditta. Inutili i soccorsi del personale del ‘118’. Un’area ‘maledetta’ quella dell’Acciaieria 1 scenario della tragedia, vista la coincidenza di due incidenti in pochi giorni (lo sversamento di acciaio liquido è del 27 agosto scorso). Tutta da accertare la dinamica della morte di Iodice, sulla cui ricostruzione stanno lavorando i carabinieri e gli ispettori del lavoro. Sul luogo dell’incidente si sono recati anche il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e il pm di turno Remo Epifani. L’Ilva, come da prassi, ha avviato un’indagine interna e ha espresso cordoglio alla famiglia della vittima. Iodice, precisa il siderurgico in una nota, “era socio e responsabile del Servizio prevenzione e protezione dell’azienda, che stava eseguendo riparazioni finali di ripristino sui binari prossimi all’acciaieria 1, danneggiati nei giorni scorsi a seguito del deragliamento di un carro siluro”. La vittima è stata trovata ”all’interno del raggio di azione della macchina movimento terra, che stava operando nella zona. Dalle prime informazioni risulterebbe che Iodice stesse effettuando rilievi alle spalle del mezzo, quando lo stesso è indietreggiato investendolo”. Durissima la reazione dei sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm, che hanno indetto 24 ore di sciopero, a partire dalle 15 di oggi, di tutti i dipendenti diretti dell’Ilva. Astensione dal lavoro che mano a mano si è estesa nel pomeriggio anche ai lavoratori dell’appalto del Siderurgico. “Inaccettabile” definiscono l’ennesima morte di un lavoratore i segretari nazionale e generale di Taranto della Fim Cisl, Marco Bentivogli e Mimmo Panarelli. “Da mesi – aggiungono – chiediamo una gestione industriale dello stabilimento che recuperi i ritardi sulla manutenzione, sulla sicurezza e sul funzionamento stesso dello stabilimento”. La Fiom invece “non accetta che, come in altri casi, si parli di questo omicidio come di una fatalità”, perché si tratta “del drammatico risultato di un’assenza di procedure chiare che impediscano la presenza e il movimento di mezzi in presenza di lavoratori sui binari”. Per il segretario della Uil, Luigi Angeletti, l’incidente mortale è la “conseguenza di un’azienda che da qualche anno praticamente ha cessato di funzionare correttamente”. Scosso per l’accaduto anche l’arcivescovo di Taranto, mons.Filippo Santoro: “Chiedo che si faccia chiarezza – dice – sulle modalità dell’incidente, si accertino le reali responsabilità e, ancora una volta, che si faccia il possibile e l’impossibile affinché più nessuna vita venga spezzata sul luogo di lavoro”. La tragedia ha avuto subito eco anche in Parlamento. La commissione sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, organo parlamentare che si insedierà la prossima settimana, chiederà un’informativa urgente sull’incidente e predisporrà a breve un sopralluogo “per verificare le condizioni di sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro” nel siderurgico.