Orrore all’istituto alberghiero «Raffaele Viviani» di Castellammare. Secondo gli investigatori un bidello pedofilo ha stuprato una 15enne. Il 55enne A.L., purtroppo già in passato coinvolto in una vicenda poco chiara. Qualche anno fa, quando era in servizio in una scuola media della Penisola Sorrentina, era stato «richiamato» con una sanzione disciplinare: era stato scoperto mentre spiava le alunne in bagno. Non una denuncia, non un allontanamento, nonostante si sapesse quanto fosse accaduto. E anche in questo caso, a Castellammare, non è stato allontanato dalla scuola, ma gli è stato indirizzato un «richiamo orale». Lui, nel frattempo, per difendersi dalle accuse ha deciso di cambiare scuola ed è stato in servizio tra il personale Ata di un altro istituto del Napoletano, praticamente fino a venerdì mattina, quando è stato arrestato per violenza sessuale aggravata ai danni di minorenni, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip di Torre Annunziata. Gli episodi partono da settembre scorso, ma «il caso» scoppia a dicembre, quando una 15enne rientra dal bagno piangendo. Si era trattenuta insolitamente per qualche minuto in più fuori dall’aula. Quella sua reazione viene colta dall’insegnante e riferita anche ai genitori che capiscono quanto è accaduto.

Parte subito la denuncia, ma il giorno dopo scatta anche una «vendetta»: il bidello viene pestato violentemente, forse da due parenti della ragazzina. Il 55enne viene interrogato e nega ogni accusa, ma anche i suoi vestiti vengono sequestrati e i risultati non lasciano dubbi: il Dna coincide. La ragazzina racconta l’orrore di quella violenza sessuale. Una sua amica fa altrettanto, spiegando che a lei era capitato più volte e che erano stati diversi gli approcci di natura sessuale da parte del 55enne, sempre avvenuti all’interno della scuola, in quel ripostiglio. Dopo mesi di indagini, A.L. è stato arrestato e ora attende ai domiciliari di potersi difendere dalle accuse di violenza sessuale su minori. A scuola non tornerà per un bel po’, in attesa di capire quanto ci sia di vero negli orrendi racconti delle ragazzine. Nel frattempo gli sono stati sequestrati anche il computer, il cellulare e un hard-disk che potrebbero contenere altre prove dell’orrore consumato all’interno dell’istituto alberghiero stabiese. Lì dove gli studenti e le studentesse dovrebbero essere al sicuro.

 

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