Parla degli anni d’oro. Per lui e la sua cricca. Bui. Nerissimi per Orta di Atella. Nel corso dei suoi interrogatori Angelo Brancaccio svela una parte del “Sistema”. Non dice tutto, per ora, ma quando ricostruisce alcuni fatti specifici lo fa con dovizia di particolari. Come quando riferisce di episodi e affari riconducibili ad alcuni imprenditori e tecnici in auge ai tempi del boom edilizio. “…Conosco anche Pedata Antimo – dichiara Brancaccio ai pm – ma non ho avuto rapporti con questi. Posso dire che invece ha avuto rapporti con Iovinella Nicola”. Poi c’è una serie di omissis. Per capire di chi si tratta però non abbiamo bisogno di altro. Nicola Iovinella, di professione geometra, è il super tecnico comunale plenipotenziario durante il sacco della città. Un’eminenza grigia, o meglio nera, che ha ricoperto un ruolo chiave quando sul territorio si mettevano mattoni su mattoni giorno e notte. Per intenderci Iovinella faceva parte del cerchio magico di Brancaccio. Antimo Pedata invece è uno dei grandi costruttori che ha beneficiato più di altri della colata di cemento che ha prodotto la nascita di “Orta 2”. Ha realizzato, se non andiamo errati, il mostro “Polar”. Un parco sottoposto a sequestro perché completamente abusivo di circa 100 appartamenti sprovvisto di rete fognaria e idrica. Al “Polar” ci sono stato di persona durante la campagna elettorale per parlare con i residenti e constatare dal “vivo” in che condizioni sono costretti a vivere. Ci sono, è vero, anche alcuni abusivi “veri”, cioè gente che ha occupato case non proprie. Ma la gran parte di chi ci abita è gente perbene. Lavoratori. Pensionati. Casalinghe. Bambini. E gli occhi di quei bambini non li dimenticherò più. Li guardavo mentre i genitori mi raccontavano tra rabbia e disperazione che alcuni loro figli erano stati affetti da salmonella o epatite perché lì, al parco “Polar”, gli appartamenti non hanno gli allacciamenti alla condotta idrica. Per lavarsi e tutto il resto devono attingere l’acqua da un pozzo.
Questo accade ad Orta di Atella nel 2018. Anche ora mentre state leggendo quest’articolo che è scritto da polpastrelli colmi di indignazione e ira. Gli stessi sentimenti che ho provato quel pomeriggio in cui mi sono recato al “Polar” mentre conversavo con una decina di residenti. Mi sentivo scoppiare dentro. Se avessi avuto davanti, lì in quel preciso momento, quel criminale di Brancaccio e i componenti del “partito dei tecnici” li avrei presi a calci nel culo fino a “sotto la teglia”. Che pezzi di merda. Loro si sono arricchiti fino a strafogarsi. Chi vive al “Polar” non ha l’acqua potabile, vive tra le erbacce, in abitazione sequestrata ma deve pagare le tasse comunali. Chi è stato l’artefice di quella vergogna dovrebbe come minimo sputarsi in faccia ogni mattina che si guarda allo specchio. Poi uscire in strada e farsi sputare in faccia da chiunque incontri. Il mio sputo lo lancio da qui, da dietro il monitor del mio computer anche a nome di tutti i cittadini ortesi onesti. Sputo in faccia a quelle merde che hanno reso possibile la nascita di un mostro simile. Rispetto al quale le Vele di Scampia sono quasi un albergo a 4 stelle. Il mio disprezzo nei confronti del clan politico-affaristico Brancaccio (lui sarà pure il capo ma fanno schifo almeno quanto lui tutti coloro i quali hanno fatto parte del “Sistema”) è salito alle stelle quando all’uscita del “Polar” ho notato una piccola area con erbacce e nel totale abbandono. Ho chiesto a un abitante a cosa fosse destinata. Mi ha risposto: doveva essere realizzato un piccolo parco giochi per i bambini. Non è mai stato costruito. Gli immobiliaristi hanno avuto il tempo per realizzare 100 appartamenti ma hanno “dimenticato” di realizzare rete fognaria e idrica e di costruire il parco giochi. Vi sputo in faccia. E vi auguro ogni male. Animali. Ah dimenticavo, “un Saluto e un Sorriso” al geometra Nicola Iovinella. Forse nel suo caso sarebbe più indicato un “addio!”. Meglio ancora un vaff…
Mario De Michele