Ci siamo. Così sembra. Dopo due anni di commissariamento disastroso il Pd casertano potrebbe finalmente svoltare. Entro il 20 dicembre si deve celebrare il congresso provinciale. Lo ha deliberato la direzione regionale. La palla passa a Franco Mirabelli. Spetta a lui fissare la data. Non è escluso, nel caso dei Democrat mai dire mai, che per motivi organizzativi il commissario del partito possa indicare un giorno compreso nella prima metà di gennaio previo via libera del Regionale. Con il tesseramento in atto e le prove tecniche di intesa sul nome del segretario in corso potrebbe servire un po’ di tempo in più. E se dovesse prevalere la linea dell’unità che al momento non sembra una chimera non dovrebbero subentrare problemi sulla data per lo svolgimento dell’assemblea congressuale.
Il sipario sul tesseramento calerà probabilmente tra il 2 e il 9 dicembre. Poi ci sarà la stretta finale sul nome del prescelto. Una decisione condivisa mai come stavolta è possibile. Ma come già detto quando si parla del Pd casertano la valigia delle sorprese è sempre strapiena. Certo è che a nessuno converrebbe affrontare un altro congresso col coltello tra i denti. Nella prossima primavera si andrà al voto in alcuni importanti centri. E sopratutto si terranno le europee. L’eurodeputato uscente Nicola Caputo, di fatto già in campagna elettorale con buone possibilità di rielezione, non ha interesse ad alimentare una guerra fratricida. Pina Picierno sta riflettendo sul suo futuro (molto incerto). Ma a prescindere dal suo destino la posizione della parlamentare europea e la sua forza (scarsissima) non hanno mai inciso sugli assetti interni. Nel peggiore dei casi alla Picierno resta il “suo mito” Ciriaco De Mita.
Allungando lo sguardo oltre l’anno prossimo scorgiamo i consiglieri regionali Stefano Graziano e Gennaro Oliviero. Saranno di nuovo in campo nel 2020 quando si voterà per il rinnovo del parlamentino campano. E nemmeno a loro conviene affilare le armi in vista del congresso. Insomma al momento, e ribadiamo al momento, la via unitaria non sembra lastricata da ostacoli insormontabili. Se la presa di coscienza politica contagia tutti anche sul nome del segretario provinciale i veti incrociati cederebbero il posto ad un’intesa condivisa dalla stragrande maggioranza del partito. Scommettere oggi una grossa cifra sul “fortunato” (o lo sfortunato vista la fine di Raffaele Vitale) sarebbe un azzardo. Ma su qualche nome si può ragionare. Gian Matteo Centore è uno di questi. Giovane perbene e con una sostanziosa militanza alle spalle ha però un grosso limite. Invalicabile. Andrebbe bene alla Picierno. Peccato. Poi c’è Dimitri Russo. Non il massimo come sindaco di Castel Volturno (realtà difficile) potrebbe riscattarsi come leader provinciale.
Uno con tutte le carte in regola è sicuramente Franco De Michele. Non è partigianeria cognomastica. Possiede l’esperienza necessaria, anzi indispensabile, in una fase in cui bisogna ridare slancio a un partito al capezzale. Sulla bilancia di De Michele pende un’altra dote rara: ha ottime capacità organizzative. Un motivo ostativo però potrebbe essere rappresentato dal suo impegno istituzionale nella giunta griffata Carlo Marino (altro sindaco dem decisamente scadente). Tra i papabili figura Carlo Cerrito. Giovane avvocato. Nome di qualità. Troppo caputiano, però. Una novità in rosa sarebbe incarnata da Lucia Esposito ed Eugenia Oliva. La Esposito, prima dei non eletti alle regionali, sarebbe la persona giusta al posto giusto. Finalmente una donna a capo del Pd casertano dopo gli ingenti danni arrecati in passato dai maschietti. Esperta politicamente e con trascorsi da consigliere comunale, assessore provinciale e consigliere regionale. Un gran bel curriculum. Eugenia Oliva è un outsider che garantirebbe al partito un ringiovanimento di cui ha fortemente bisogno. Anche lei seppur della nuova leva può sfoggiare una consistente militanza politica.
Per ultimo ci siamo tenuti Marco Villano. Non per mancanza di rispetto. È tutt’altro che l’ultimo arrivato. Anzi. Il capogruppo provinciale dem e consigliere comunale di Aversa porta con sé la cassetta degli attrezzi meglio fornita di tutti. Giovane, esperto, capace (anche troppo) di intrattenere rapporti con tutte le componenti. Un po’ centrista (democristiano), un po’ di sinistra (ex Ds) ha nel dna il pragmatismo politico e le doti umane per guidare con mano ferma il Pd di Terra di Lavoro. Ma, ahilui, non potrà mai diventare il nuovo segretario provinciale. È considerato troppo vicino a Graziano. Una colpa? Un limite? Un pregio? Semplicemente la forza e la debolezza di Villano. Avanti il prossimo.
Mario De Michele