Circa 2500 fascicoli, contenenti segnalazioni per appalti, richieste di raccomandazioni di vario genere, anche da parte di persone vicine a esponenti del clan dei Casalesi, alcune andate a buon fine, altre rimaste senza esito. Sono alcuni dei documenti sequestrati di recente dai carabinieri del Noe all’ex senatore del Pd ed ex componente della Commissione antimafia Lorenzo Diana, esponente politico casertano noto per il suo impegno anticamorra, e confluiti nell’inchiesta della Dda di Napoli sulle presunte collusioni per gli appalti della cooperativa Cpl Concordia. Oggi nei confronti di Diana è stato emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dai pm della Dda di Napoli Catello Maresca, Maurizio Giordano e Luigi Landolfi, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Concorso esterno in associazione mafiosa è l’ipotesi di reato formulata a carico di Diana e dell’ex sindaco sindaco di San Cipriano d’Aversa (Caserta) Angelo Raffaele Reccia. L’ipotesi di accusa riguarda presunti accordi per affidare l’esecuzione di lavori a imprese legate ai vertici del clan. Diana avrebbe avuto un ruolo di ”facilitatore” degli accordi tra coop e clan, attivandosi presso le amministrazioni locali e per far sbloccare le delibere dei comuni commissariati. Secondo quanto si è appreso tra i nuovi atti depositati figurano i 2500 fascicoli e le dichiarazioni di Sergio Orsi, fratello dell’imprenditore Michele Orsi ucciso dalla camorra, per il quale a Diana ci si rivolgeva per ottenere favori grazie al fatto che si trattava di una persona accreditata come esponente dell’antimafia. I fatti ipotizzati si riferiscono a un periodo fino al 2007. Tra le richieste di raccomandazioni – molte delle quali non andate in porto – vi sarebbero quelle di un uomo legato al boss Antonio Iovine, la richiesta di Generoso Restina, un complice del boss Michele Zagaria (che ne avrebbe favorito la latitanza come custode e vivandiere) per essere assunto come vigile urbano dal comune di Aversa. Tra le carte sequestrate dai carabinieri anche lo schema di una cessione ai privati di diversi lotti di un ex deposito militare i cui lavori di riqualificazioni furono eseguiti da Agrosinasce, società che gestisce i patrimoni confiscati. Alcuni lotti, da quanto emerge dal fascicolo, sarebbero stati ceduti a una ditta di una perente di Zagaria, a un cognato di Diana, e a un familiare di Reccia. Diana, assistito dall’avvocato Francesco Picca, potrebbe decidere di presentarsi nei prossimi giorni dai pm per rendere dichiarazioni e fornire elementi di chiarezza sul contenuto dei fascicoli sequestrati.

 

 

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