Beh, non c’è che dire. L’avvocato Mario Griffo ha fatto una genialata. Nella difesa di Angelo Brancaccio nel primo grado del processo Gmc lo stimato legale ha estratto un coniglio vincente dal suo cilindro giuridico. Griffo è stato talmente minuzioso e accurato da indurre il collegio giudicante del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Roberta Carotenuto) a ipotizzare un profilo di incostituzionalità dell’articolo 649 del codice di procedura penale. Questione di legittimità costituzionale che i giudici non hanno posto soltanto perché il reato di corruzione, di cui era imputato l’ex sindaco di Orta di Atella, è andato in prescrizione. La genialata dell’avvocato Griffo riguarda una nota vicenda: l’ingente somma di 330mila euro confluita su un conto corrente svizzero.
Il 29 marzo del 2013 Brancaccio fu condannato dalla giustizia elevetica per aver usufruito di “un indebito vantaggio da Sergio Orsi”, assieme al fratello Michele, titolare della Flora Ambiente, ditta privata che possedeva il 49% delle quote della multiservizi Gmc (a maggioranza pubblica). La società era costituita dai Comuni di Gricignano, Orta di Atella e San Cipriano d’Aversa. Il legale dell’ex primo cittadino ortese rinunciò all’impugnazione e la sentenza del tribunale svizzero divenne esecutiva il 25 aprile 2013. Per il principio del “ne bis in idem”, ovvero “non (si può essere giudicati) due volte per la medesima cosa”, i giudici di Santa Maria Capua Vetere hanno accolto in toto la contestazione del difensore di Brancaccio e presupposto l’incostituzionalità dell’articolo 649 del codice di procedura penale. A quel punto la palla sarebbe passata addirittura alla Consulta.
Al netto della prescrizione quindi l’ex sindaco di Orta di Atella sarebbe stato comunque assolto dal reato di corruzione. Come per Andrea Lettieri (difeso da Giuseppe Stellato e Raffaele Costanzo), già primo cittadino di Gricignano e assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, anche per Brancaccio il collegio giudicante ha escluso qualsiasi rapporto con il clan dei Casalesi nella vicenda Gmc. Lo stesso Lorenzo Diana, ex (per fortuna) simbolo dell’anticamorra, quando è stato ascoltato non ha mai parlato di collusione con la camorra. Del resto difficilmente avrebbe potuto farlo perché, a quanto sostiene Brancaccio, è stato proprio Diana a presentargli Sergio Orsi. Al termine della requisitoria il pm della Dda di Napoli Alessandro D’Alessio aveva chiesto 12 anni per Lettieri e 8 anni per Brancaccio. Quest’ultimo è tuttora detenuto per reati di camorra dopo una condanna pronunciata in un altro procedimento. È ormai a fine pena. Tra pochi mesi, forse giorni, tornerà a piede libero.
Mario De Michele
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UNO STRALCIO DELLA SENTENZA RIGUARDANTE ANGELO BRANCACCIO