Il teatro dell’assurdo. Dove si aspetta un Godot che non arriverà mai. Dove un vecchio e una vecchia preparano le sedie per ospiti invisibili. Dove le parole non hanno più senso o dove si è perso il senso delle parole. È lo stesso. E così la storia si ripete. Secondo Marx sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. Nel caso di Pulcinellamente la farsa va in scena per la ventunesima volta consecutiva. Domani (24 aprile) sarà presentata al centro direzionale la rassegna di scuola-teatro, giunta appunto alle 21esima edizione, che si terrà dal 26 aprile al 5 maggio. Quella che gli opportunisti di professione, la propaganda mediatica e i presenzialisti cronici spacciano per la “Giffoni del Teatro Educativo” è lo specchio del degrado politico-culturale dei nostri tempi.

Il direttore generale è tale Elpidio Iorio, noto alle cronache (vere) grazie a Campania Notizie. È il padre-padrone di PulciNellaMente. Raffigurato dalla stampa di regime come uomo di cultura integerrimo sotto il profilo morale al punto da ricevere anche un premio per la legalità Elpidio Iorio sarebbe il protagonista ideale per un’opera di Tardieu, Beckett, Ionesco, Adamove o Pinter. Da teatro dell’assurdo. Per l’assenza di un linguaggio logico-consequenziale e per dialoghi senza senso che a volte suscitano il sorriso nonostante la tragicità dei personaggi. E Iorio farebbe ridere se non fosse un personaggio tragico. Sponsorizzato dalla politica e da un’informazione letteralmente da quattro soldi il capo di Pulcinellamente ha fatto proseliti guadagnandosi (a guadagnare è un artista) l’aura di santità. Una sorta di Padre Pio della cultura.

Ma chi è veramente Elpidio Iorio? Da anni è dipendente, con contratto a tempo indeterminato, della Società partecipata Acquedotti S.c.p.a. (socio di maggioranza il Comune di Orta di Atella), dove è stato assunto grazie alla raccomandazione-imposizione dell’ex sindaco Angelo Brancaccio, condannato in primo grado a 8 anni per essere un camorrista. Negli anni in cui l’ex primo cittadino era un Padreterno, Iorio era un suo fedelissimo. Ha mollato il suo “padrone politico” solo quando è caduto in disgrazia dopo essersi fatto anche la “scarpetta” nel piatto dell’ex sindaco di Orta di Atella. Ha acquistato nel giugno 2012 un appartamento nel Parco Karol della città atellana. Sarebbe forse più corretto dire che di fatto gli è stato regalato da Brancaccio. A quanto pare Iorio ha sborsato poche migliaia di euro. Una quarantina al massimo. La casa è cointestata con la moglie Laura Di Rubba. C’è addirittura chi dice in giro che l’ex primo cittadino ortese gliel’abbia realmente donata perché fedele come un cagnolino di compagnia e persona di famiglia. Iorio è stato cresimato da Brancaccio (mai come in questo caso padrino), capo della Cupola politico-affaristica che ha soffocato la città sotto una cascata di cemento. Al netto del costo dell’immobile quello che fa rabbrividire è che l’attuale assessore di Marcianise ha deciso nel 2012 di prendere (quella) casa ad Orta nonostante già nel 2008 il Comune avesse avviato la procedura per l’annullamento in autotutela del permesso di costruire.

In altre parole il legalitario Iorio era ben consapevole di acquistare un’abitazione abusiva. Tutto l’universo mondo sapeva che il Parco Karol era sorto in zona di produzione (F3) e non in un’area residenziale. E come se non bastasse, gli imprenditori che hanno realizzato il Parco Karol sono gli stessi che hanno costruito il famigerato Oliteama, figlio di una mazzetta di 300mila euro divisa equamente tra due tecnici-criminali ortesi. Il permesso a costruire fu rilasciato da Nicola Iovinella (allora deus ex machina dell’Utc di Orta) a Raffaele Apicella, cognato dei fratelli Vincenzo e Antonio Ciccarelli. A sua volta Apicella fece la voltura a Teresa Diana, moglie di Franco Setola, cugino di Peppe Setola, capo dell’ala stragista dei Casalesi. Nell’affare immobiliare c’erano anche i fratelli Vincenzo e Teodoro Natale. Insomma parliamo dell’Italcasa Immobiliare, considerata dagli inquirenti società “controllata” dal clan dei Casalesi.

Quello che ci lascia non poco perplessi e molto amareggiati è che il magistrato Nicola Graziano anche quest’anno sarà il garante etico di Pulcinellamente. Conosciamo da ormai 30 anni il giudice Graziano e tramite i nostri articoli lo abbiamo messo sul chi va là rispetto ai trascorsi passati e recenti di Elpidio Iorio. Evidentemente lui si fida più di lui che di noi. In stile teatro dell’assurdo anche la partecipazione di Giuseppe Dell’Aversana, affetto da una forma incurabile di presenzialismo. Il sindaco di Sant’Arpino è tra quelli che propongono il “procedimento canonico” per la beatificazione del direttore generale di Pulcinellamente.

Vedremo chi avrà ragione. Il tempo è sempre galantuomo. E i finti paladini della legalità hanno le ore contate.

Mario De Michele

(continua)

 

 

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