CASAPESENNA – Mattinata all’insegna della cultura e della legalità quella che venerdì mattina ha chiamato a raccolta i cittadini di Casapesenna presso il bene confiscato a Michele Zagaria, alla 13° traversa di Corso Europa, dove si è inaugurato il punto di lettura di Legambiente Casapesenna.
Apertura affidata al commissario straordinario del comune di Casapesenna, Michele Campanaro, che nell’esprimere soddisfazione per l’iniziativa avviata sul territorio ha sottolineato l’importanza del recupero dello stabile sequestrato, in una provincia come quella di Caserta che con i suoi 521 beni confiscati è al sesto posto nella graduatoria nazionale.
Evento che nella 14° settimana della cultura, deve rappresentare secondo don Luigi Menditto, parroco di Casapesenna, «…l’inizio di un nuovo sviluppo dell’interesse per il sapere, che attraverso una lettura intelligente dei testi può e deve restituire una Casapesenna più colta ed esemplare». Corde, quelle della lettura, su cui si muove anche Rosaria Capacchione, giornalista del “Mattino”, che ricordando la neolingua di cui parlava George Orwell nel suo 1984, ha invitato a «…non cedere a forme sempre più povere di comunicazione come quelle dei social network e degli sms, ma a studiare, confrontarsi e diffondere la conoscenza, perché una persona che legge e che coltiva la propria cultura, non potrà mai essere un camorrista».
Tra i numerosi interventi, moderati dallo scrittore Gianni Solino, la platea ha avuto modo di ascoltare gli alunni della scuola primaria di Casapesenna impegnati nella lettura di alcuni brani del libro che loro stessi hanno realizzato dal titolo “La sfera del fuoco”. La mattinata è proseguita con l’intervento di Maria Rosaria Nappi, dirigente del Ministero dei Beni Culturali e Paesaggistici che ha sottolineato la necessità di «…rivalutare il patrimonio artistico del territorio e di proteggerlo da quell’abusivismo edilizio che negli anni ha compromesso seriamente il paesaggio che ci apprestiamo a donare alle future generazioni».
«L’apertura del punto di lettura ha visto il prezioso contributo della redazione de Il Mattino che insieme al punto di lettura di Castel Volturno e tanti semplici cittadini hanno offerto le centinaia di volumi che già oggi compongono la nostra biblioteca». Queste le parole di un emozionato Pasquale Cirillo, presidente di Legambiente Casapesenna e organizzatore dell’evento che ha poi ricordato che la struttura è condivisa con l’associazione Fare Ambiente ed è soprattutto aperta alle tante realtà presenti sul territorio che intendono offrire il loro contributo al percorso comune di recupero della legalità.
Un appello a fare rete in pratica rilanciato anche da Pasquale Iorio, scrittore impegnato nel progetto “Piazze del Sapere”, che nel ricordo Tonino Cangiano, storico ex sindaco di Casapesenna gambizzato dalla camorra nel 1988 per le sue battaglie contro l’abusivismo edilizio, e scomparso nel 2009, ha spronato a moltiplicare le occasioni di incontro e di scambio affinché la cultura possa rappresentare un concreto strumento di riscatto. «Un riscatto – secondo Tano Grasso, presidente della federazione Antiracket italiana – per il quale la lettura da sola non basta, la legalità da sola non basta, se non accompagnate dalla mediazione della coscienza individuale».
«Bisogna fare molta attenzione a cosa si mette nella lettura perché altrimenti il rischio è quello di ritrovarsi di fronte persone arrestate che hanno trovato la forza di laurearsi in carcere, presentando un’apprezzata tesi sulle pratiche di estorsione, di acculturarsi quindi, ma che una volta scarcerate hanno saputo trovare nuovamente la via della cella proprio perché coinvolte in reati di estorsione, offrendo all’esterno una falsa immagine di redenzione e cambiamento». Un cambiamento che nelle parole dell’onorevole Antonio Amato, presidente della commissione regionale per i beni confiscati, «…deve passare attraverso l’assunzione di responsabilità da parte di tutte le classi sociali che fino ad oggi hanno messo la propria opera al servizio delle organizzazioni criminali. Professionisti, imprenditori e gente comune che attraverso un’estesa rete di connivenze e silenzi hanno permesso alla camorra di costruire il proprio impero. Un impero che va contrastato creando opportunità di lavoro e di crescita basate sulla spinta alla costruzione di una economia alternativa a quella dei clan per fare in modo che lo sviluppo abbia come supporto la legalità».
Vincenzo Viglione