Cinque ore: tanto è durato l’interrogatorio del sindaco di Quarto (Napoli), Rosa Capuozzo, espulsa dal Movimento Cinque Stelle, convocata oggi nuovamente dai magistrati dell’Antimafia che indagano sulle infiltrazioni della camorra nel Comune flegreo. Tutto ciò in una giornata segnata dalle dimissioni di alcuni consiglieri comunali di Quarto. Un lungo faccia a faccia con gli inquirenti per chiarire nei dettagli soprattutto il ricatto di cui sarebbe stata vittima da parte dell’ex consigliere comunale del M5s Giovanni De Robbio, che l’avrebbe minacciata per ottenere nomine e incarichi di persone da lui segnalate e per affidare la gestione del campo sportivo a un esponente della famiglia Cesarano, ritenuta legata al clan dei Polverino. Si è trattato del quinto interrogatorio reso nell’ambito dell’inchiesta del pm Henry John Woodcock, coordinata dai procuratori aggiunti Giuseppe Borrelli e Filippo Beatrice. La nuova convocazione è stata disposta dai magistrati in quanto, a loro giudizio, le risposte fornite finora, le ammissioni fatte dopo i primi dinieghi, erano apparse troppo vaghe e generiche. In contrasto con il quadro ben più ”drammatico” emerso dalle intercettazioni telefoniche: in alcune conversazioni aveva manifestato preoccupazione e ansia per l’atteggiamento di De Robbio che le aveva mostrato una foto aerea degli abusi edilizi individuati nell’abitazione di proprietà del marito della Capuozzo. La posizione del sindaco, al termine dell’interrogatorio, non è cambiata: testimone e parte offesa. Esclusa quindi l’eventualità che era stata prospettata in ambienti giudiziari su una incriminazione per false dichiarazioni o favoreggiamento. Va avanti invece l’indagine parallela sui presunti abusi edilizi, condotta dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso e dal pm Francesca De Renzis. Ignazio Baiano, il marito del sindaco di Quarto Rosa Capuozzo, è stato iscritto nel registro degli indagati per falso e violazione delle norme edilizie. Gli investigatori avrebbero accertato che sono state alterate le data su alcuni documenti allo scopo di ottenere il condono edilizio per le opere ritenute abusive eseguite nell’abitazione di cui è proprietario. Per i magistrati il dato è assai rilevante: la minaccia nei confronti del sindaco avrebbe avuto una forte valenza intimidatoria in quanto basata su un dato concreto.

 

 

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