Avrebbero commissionato direttamente dal carcere di Salerno estorsioni a imprenditori e commercianti della zona dei Picentini e della Piana del Sele: è l’ accusa contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare nei riguardi di sette persone, sei in carcere e una ai domiciliari, eseguita stamani dalla Squadra mobile della questura di Salerno in collaborazione con la Polizia Penitenziaria L’ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Salerno che ha accolto le richieste dalla locale Direzione distrettuale antimafia. Tra le sette persone arrestate figura anche un ex sovrintendente della Polizia Penitenziaria. Le accuse sono di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e corruzione. Secondo le indagini, avviate nell’agosto del 2012, il gruppo criminale costituitosi in carcere avrebbe messo a segno almeno sette estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti. Con la complicità di un sovrintendente della Polizia Penitenziaria avevano messo in piedi nel carcere di Salerno una organizzazione criminale dedita alle estorsioni nella Piana del Sele e nella zona dei Picentini.

Gli arresti di oggi, sono il frutto di una indagine avviata dalla squadra mobile della questura di Salerno nell’agosto del 2012 a seguito delle dichiarazioni fornite alla DDA di Salerno da un collaboratore di giustizia. Secondo quanto emerso dalle indagini, in carcere Antonio De Feo e Giuseppe Capo, – attraverso il sovrintendente della polizia penitenziaria Giovanni Arcaro, che si prestava a portare all’ esterno del penitenziario di Fuorni notizie dettagliate a quanti eseguivano materialmente le estorsioni ad imprenditori e commercianti – erano gli organizzatori del gruppo criminale. Le indagini della DDA presero il via dal ritrovamento nelle celle di De Feo e Capo di due telefoni cellulari. Le estorsioni e le minacce partite dal carcere sarebbero una quindicina, diversi, invece, i tentativi di estorsione. Le richieste, rivolte sopratutto a commercianti ed imprenditori del settore edile, si aggiravano intorno ai 20-30 mila euro. Dopo trattative venivano incassati dai 2000 ai 3000 euro che servivano per finanziare il gruppo. Tra gli arrestati figurano anche due donne utilizzate per le richieste estorsive. Tutti devono rispondere del reato di associazione per delinquere mafiosa, estorsione e minacce. Il sovrintendente della Polizia Penitenziaria, in pensione dal giugno 2013, è stato trasferito nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), mentre dall’agosto del 2012 De Feo e Capo sono stati trasferiti in due penitenziari di massima sicurezza. Complessivamente sono 14 le persone indagate.

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