La Direzione Distrettuale Antimafia vuole vederci chiaro. E secondo le indagini di questa sul traffico e sistema di appalti nel settore dei rifiuti, Carlo Savoia, fratello dell’ex sindaco di Sant’Arpino Giuseppe Savoia, è una figura chiave. Infatti, da una nota degli inquirenti emerge che ha predisposto “i relativi bandi di gara o parte essenziali degli stessi (requisiti di partecipazione o punteggi tecnici) col contributo illecito di pubblici funzionari, tra cui Carlo Marino (sindaco di Caserta), Marcello Iovino (dirigente del Comune di Caserta), Paolo Galluccio, assessore del Comune di Aversa dal 2016 al 2017”. E ancora, si legge che Savoia avrebbe utilizzato “i suoi consolidati rapporti di affari e politici con Nicola Ferraro (ex consigliere regionale dell’Udeur, condannato per concorso esterno in associazione camorristica) e Nicola Cosentino (condannato per concorso esterno in associazione mafiosa)”. Tutti i rapporti tessuti con le varie amministrazioni avrebbero avuto come scopo quello di turbare molte gare bandite dagli enti pubblici.
Come già accennato le indagini sono molto articolate e indirizzate su più fronti. Infatti non sono solo i rifiuti che Savoia avrebbe preso di mira ma anche i bandi per l’affidamento in concessione delle cosiddette casette dell’acqua, favorendo la ditta Lab Green Srl nei comuni di Caserta e Casalnuovo. Il ribattezzato ‘sistema Savoia’ sarebbe, sempre secondo la DDA, nei comuni di Casandrino, con la Ecologia e Servizi Italia, e a Cardito e Sant’Arpino con la Energetikambiente Srl. Il tutto aggravato da metodi mafiosi, con lo sfruttamento degli agganci dei politici di rilievo come Ferraro e Cosentino.
Gli appalti al centro delle indagini sono in tutto 9. Quello da 116 milioni e 302mila euro, bandito dal comune di Caserta per la raccolta dei rifiuti, da 1 milione e 115mila euro per un impianto di compostaggio a Ponteselice, da 34 milioni per il servizio di igiene ambientale ad Aversa, da 5 milioni e 935mila euro sempre per le gestione del servizio dei rifiuti a Cardito, 7 milioni e 385mila euro per il medesimo servizio a Casandrino e 5 milioni a Sant’Arpino, inoltre, bandi di gara per la raccolta della frazione organica dei rifiuti a Recale e per la differenziata e casette dell’acqua a Casalnuovo e Caserta.
Il procuratore Melillo ha spiegato che si tratta di inchieste “in svolgimento nell’ambito di separati ma tra di loro collegati provvedimenti” e che fanno ipotizzare “traffici organizzati di rifiuti realizzati nel quadro di una vasta e ramificata attività di illecito condizionamento delle funzioni pubbliche deputate alla gestione del ciclo dei rifiuti in Campania”. Le indagini si svolgono anche e soprattutto sulle società partecipate della Regione Campania (Campania Ambiente e Servizi Spa e S.a.p.n.a. Spa). Inoltre, aggiunge Melillo, che le indagini tendono a verificare “la presenza in alcuni settori della filiera produttiva di soggetti di impresa e di interessi della criminalità organizzata”.
Luigi Viglione