Più studiamo le “carte”, più balza agli occhi che l’appalto per la manutenzione della pubblica illuminazione di Sant’Arpino è stato affidato sulla base di un iter tecnico-burocratico palesemente illegittimo. Volendo essere buoni ci verrebbe da dire che il Comune è finito nelle mani di veri e propri dilettanti allo sbaraglio. In malafede potremmo insinuare che si tratta di un altro caso di favoritismo e nepotismo in perfetto stile asilo nido, dove la metà del personale assunto è imparentato con il sindaco Giuseppe Dell’Aversana, assessori, consiglieri ed esponenti politici di maggioranza. Come sempre non emettiamo giudizi senza prove alla mano. Non scriviamo poesie come fa il primo cittadino. Riportiamo fatti. Con tanto di documenti e testimoni. Abbiamo adottato lo stesso metodo nella vicenda dell’appalto di 35mila euro per 6 mesi di attività. Con la liquidazione della Multiservizi il Comune ha svolto quella che tecnicamente si definisce “procedura ristretta su invito” per appaltare la manutenzione della pubblica illuminazione. A mezzo Pec è stato richiesto un preventivo a 18 ditte. Risponde all’appello solo la D.R. Impianti. Il titolare è Roberto Dell’Aversana, persona perbene e gran lavoratore, per carità. Ci risulta essere parente alla lontana del primo cittadino. Ma questo non conta.
Il punto cruciale è un altro. Il rispetto delle regole. L’affermazione di quella tanto decantata legalità. Litania ripetuta ossessivamente dal sindaco Dell’Aversana. Come abbiamo già riportato in un precedente articolo (con tanto di visura camerale della ditta) la D.R. Impianti non possiede i requisiti per svolgere il servizio di manutenzione della pubblica illuminazione. E quindi non solo non poteva aggiudicarsi l’appalto. Anzi non doveva nemmeno essere invitata a partecipare alla procedura negoziale (leggi la determina al termine del pezzo). Nella ragione sociale non è prevista la possibilità di effettuare lavori di pubblica illuminazione. Requisito essenziale per essere invitata, rispondere all’invito e vincere l’appalto.
La filiera delle irregolarità non finisce qua. Lo diciamo sempre carte alla mano. La poesia e i sermoncini moralistici li lasciamo al primo cittadino. La procedura di affidamento dell’appalto è illegittima fin dall’inizio. Il Comune infatti non ha rispettato i criteri imposti dalla legge per invitare le ditte. Da dove sono usciti i nomi delle 18 imprese? Sono state prese dall’elenco delle ditte di fiducia dell’Ente? Com’è possibile che gli amministratori comunali non sappiano che è entrata in vigore la nuova normativa che impone l’invito tramite la piattaforma informatica Mepa. Acronimo di Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione. Le 18 ditte prescelte sono state individuate attraverso il Mepa? Assolutamente no. E la D.R. Impianti è iscritta al Mepa? Non si sa.
Sindaco Dell’Aversana non se la prenda tanto annunciando querele a destra e a manca. Chi parla di legalità deve conoscere le leggi, non le pare? Altrimenti è come mettere una “capra” analfabeta dietro la cattedra. Un’ultima cosa: le querele non si annunciano, si presentano alle autorità competenti. E noi non vediamo l’ora che lei si decida a farlo. Ci proponiamo per accompagnarla. Così risparmia i soldi della benzina.
Mario De Michele