L’ ex deputato del Pdl e’ atteso nelle prossime ore a Venafro (Isernia), dove alloggerebbe in una villa presa in fitto. Decisiva per la pronuncia del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) è stato il provvedimento emesso dalla Corte di Cassazione il 27 giugno scorso che aveva annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Napoli (che aveva confermato il 29 marzo scorso il carcere per l’ex deputato) per difetto di motivazione in ordine alla sussistenza delle esigenze cautelari.

Per i magistrati napoletani era irrilevante la circostanza che Cosentino non fosse più parlamentare in quanto avrebbe comunque potuto condizionare le scelte politiche locali continuando dunque a favorire il clan dei Casalesi; i giudici della Corte di Legittimità, nella motivazione del provvedimento depositate pochi giorni fa, scrivono invece che “le organizzazioni camorristico-mafiose non hanno interesse a servirsi di politici bruciati”. Per gli “ermellini”, ciò che risulta carente nella decisione del Riesame “è una verifica concreta e attuale sulle reali capacità di Cosentino, anche a seguito della dimissione delle sue cariche, di reiterare i reati che gli sono stati contestati”; per i supremi giudici, ciò che manca nell’analisi del provvedimento del Riesame “è un accenno a fatti e circostanze che dimostrino una tale capacità, ovvero un interesse del clan di riferimento a rivolgersi ancora all’indagato, anche dopo quello che può definirsi un suo tracollo politico; e soprattutto manca il riferimento ad episodi da cui desumere che anche successivamente ai fatti contestati, piuttosto risalenti nel tempo, Cosentino abbia continuato a mantenere relazioni con l’organizzazione criminosa”. Le motivazioni della pronuncia sono state allegate qualche giorno fa all’istanza di revoca della misura cautelare (emessa nel 2009 dal gip di Napoli Raffaele Piccirillo) presentata dallo staff di legali di Cosentino (Agostino de Caro, Stefano Montone e Nando Letizia, ndr); e il presidente del collegio Guglielmo ne ha tenuto conto. Qualche mese fa l’altro collegio di Tribunale di Santa Maia Capua Vetere (presieduto da Orazio Rossi) davanti al quale Cosentino è imputato per corruzione e riciclaggio aggravati, aveva concesso i domiciliari all’ex deputato (che aveva indicato Venafro come destinazione), sulla base della sentenza della Corte Costituzionale secondo cui la misura dei domiciliari si può applicare nel caso di reati aggravati dall’articolo 7 (aggravante dell’aver agito con metodo mafioso o per favorire organizzazione mafiose). L’ex deputato del Pdl si costituì nella casa circondariale di Secondigliano, a Napoli, lo scorso 15 marzo, accompagnato dagli avvocati Agostino De Caro e Stefano Montone. A suo carico c’erano due ordinanze di custodia cautelare in carcere: per concorso esterno in associazione camorristica e per corruzione e reimpiego illecito di capitali, aggravati dall’aver agito per agevolare il clan dei Casalesi.

 

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