«Il processo autoritario che si sta mettendo in campo a Bagnoli ha gettato la maschera»: lo dicono i movimenti promotori della protesta contro lo Sblocca Italia, degenerata in scontri con le forze dell’ordine. «Di fronte a migliaia di persone si è preferito chiuder loro le porte in faccia. Malgrado la fuga di Renzi dalla piazza e dalle sue responsabilità in strada c’erano almeno quattromila persone per rivendicare il diritto alla salute e le bonifiche dei nostri territori avvelenati. Dai comitati territoriali e le realtà di base di Bagnoli, agli studenti, ai movimenti della casa e dei disoccupati, ex operai dell’Italsider e di Pomigliano, alla rete Stop Biocidio e a tante altre da tutta la Campania e dal Sud, da Bari, Foggia». Massimo, uno degli attivisti, spiega: «Arrivati a Città della Scienza volevamo semplicemente tenervi l’assemblea pubblica con le decine di realtà che hanno animato la manifestazione. Invece gli accessi sono stati chiusi. Non è bastato nemmeno il tentativo di mediazione con le forze dell’ordine di due assessori comunali (Fucito e Piscopo) e deputati della repubblica (Roberto Fico) per indurre a una mediazione intelligente, ad aprire le porte per una semplice assemblea. Si è scelto invece di tentare di umiliare il corteo». «Alla fine la tensione è cresciuta, c’è stato il tentativo della manifestazione di passare e la risposta con le cariche e i lacrimogeni di polizia e carabinieri. Due manifestanti sono finiti all’ospedale in ambulanza per le manganellate, mentre un terzo, leader storico degli operai Italsider, è stato pesantemente picchiato e ferito in testa», conclude la nota.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui