Sale ancora la tragica conta dei cadaveri carbonizzati ritrovati a bordo di un’auto nella provincia di Napoli. Sono sette i casi dall’inizio del mese di febbraio, molti di questi riconducibili con sicurezza a regolamenti di conti all’interno dei clan camorristici attivi nel Napoletano.
Il fenomeno ha spinto la Commissione Antimafia a compiere una serie di audizioni lo scorso 12 marzo in Prefettura a Napoli, dove sono stati ascoltati i vertici locali delle forze dell’ordine, il procuratore e il prefetto di Napoli. Massimiliano Manfredi, deputato e membro della Commissione, parlando al termine della giornata di audizioni, attribuì la matrice degli omicidi a “un riassetto nel clan Moccia, uno scontro tra i senatori e le nuove leve per la gestione del clan”. Il primo ritrovamento risale al 6 febbraio a Giugliano, nella zona di Licola; alcuni giorni dopo. il 17 febbraio, i carabinieri e i vigili del fuoco, impegnati a spegnere le fiamme che avvolgevano un’utilitaria a Caivano, trovarono all’interno due cadaveri. Il 21 febbraio, un nuovo caso, questa volta a Grumo Nevano in via Cupa San Domenico. Il 3 marzo un nuovo caso a Casandrino, in via Lavinaio: il corpo di un uomo fu ritrovata all’interno di un’auto risultata di proprietà di un pregiudicato. Due giorni fa a Casamarciano, vicino Nola, il ritrovamento all’interno di una macchina data alle fiamme il corpo di un uomo, incensurato. In questo caso, le indagini dei carabinieri tenderebbero a escludere la matrice camorristica. L’ultimo caso oggi pomeriggio, con il ritrovamento a Boscoreale del cadavere carbonizzato di un uomo in via traveresa Boccapianola.