Hanno tutti lasciato il carcere minorile i tre ragazzini di Castellammare che, in gruppo, hanno violentato una 12enne di Gragnano all’interno dello stabilimento delle Terme, oggi abbandonato. Hanno tra i 14 e i 16 anni, due di loro i primi a lasciare il penitenziario minorile a inizio agosto sono imparentati con elementi di spicco del clan D’Alessandro; il terzo, il più piccolo, era il fidanzatino della vittima ed è stato scarcerato solo venerdì, perché su di lui gravano anche le accuse di estorsione e diffusione di materiale pedopornografico. Uno di loro vuole tornare a lavorare in pizzeria, gli altri a studiare. Sono rimasti in carcere tra i due e i tre mesi, ma «sono pentiti per quanto fatto» e hanno avuto una buona condotta. Dunque, in attesa del processo fissato a novembre con rito abbreviato e richiesta di messa alla prova potranno attendere l’udienza in un regime detentivo meno afflittivo. Sono stati affidati a tre comunità per il recupero dei minorenni che incappano in «pericolosi» incidenti di percorso. Il 28 aprile, i tre riescono ad attirare in una trappola la ragazzina, portandola di forza all’interno delle Terme. Poi, in gruppo abusano di lei e riprendono la scena della violenza sessuale con i cellulari. Dopo tre settimane, qualche minaccia e altre richieste di incontri, la ragazzina si confida con un’amica, un’insegnante e poi con la mamma, infine denuncia tutto alla polizia. In meno di due settimane, i poliziotti sequestrano i cellulari degli stupratori, trovano i video e arrestano i tre ragazzini. Da inizio giugno, tra interrogatori e incidente probatorio, i tre ragazzini hanno confessato. Ma la scarcerazione appare davvero un provvedimento inconcepibile. Per non dire altro.