“Ben venga la repressione, ma ora serve la mappatura delle terre inquinate”: è il commento di don Maurizio Patriciello, il prete diventato simbolo della ribellione dei cittadini della Terra dei Fuochi, all’ok nel Consiglio dei Ministri al decreto sulla Terra dei Fuochi. “Ora servono interventi a monte – continua don Patriciello – leggi in grado di bloccare il fenomeno degli sversamenti abusivi sulle nostre terre di rifiuti provenienti da tutto il territorio italiano”.

Secondo don Maurizio le attività “in nero” – come quella venuta alla luce a Prato, dove sette operai cinesi sono morti in un incendio – producono anche “scarti in nero”, cioé, sottolinea, “rifiuti che non possono essere smaltiti alla luce del sole e che finiscono per essere interrati nella Terra dei Fuochi”. “Il problema – dice ancora don Patriciello – lo risolveremo sicuramente con la repressione, che è il primo atto, ma poi anche andando a incidere seriamente sulla tassazione di queste fabbriche e sulla sistemazione delle loro attività”. “Se si continua a produrre ‘in nero’, e noi facciamo finta di non vedere – conclude don Maurizio – il problema non troverà mai una vera e definitiva soluzione”.

 

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