Due pregiudicati che impiegando pretesti fasulli erano riusciti a truffare numerosi preti in varie parrocchie italiane sono stati scoperti dai carabinieri di Solopaca, che hanno disposto un’ordinanza cautelare di obbligo di dimora emessa dal Gip del Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino). Nell’operazione, denominata “Caritas”, i militari hanno dato esecuzione all’ordinanza nei confronti di Massimo Canelli (47 anni) di Solopaca e Raffaele Coppola (50) di San Salvatore Telesino, indagati per il reato di truffa in concorso nei confronti di parroci delle province di Benevento, Avellino, L’Aquila, Potenza e Isernia.
Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri di Solopaca, i due uomini, già noti alle forze dell’ordine per reati specifici, avevano messo in atto una vera holding della truffa con un meccanismo ben rodato per truffare alcuni parroci di piccoli comuni sfruttando il loro animo caritatevole verso il prossimo. Il modus operandi era il solito: Canelli si presentava al prete di turno prospettando l’imminente pericolo “immaginario” di vita in cui versavano la moglie e/o uno dei figli, anche se lui risulta celibe, a causa di una grave patologia, per cui necessitavano di costosa operazione di trapianto di organi.
La storia era avvalorata da una telefonata che giungeva sul telefonino di Coppola: il complice, qualificandosi quale parroco di Solopaca, confermava, al religioso di turno, quanto asserito dal complice inducendo in questo modo il “confratello” ad esaudire la richiesta. Le somme che i due riuscivano a farsi consegnare variavano da un minimo di mille fino a 7mila euro.