Una fiumana umana sta attraversando le strade di Casal di Principe in occasione del ventennale della morte di Don Peppino Diana. Il prete della parrocchia di San Nicola di Bari freddato dai killer del clan dei casalesi nella sagrestia della sua chiesa la mattina del 19 marzo del 1994. Almeno 5000-6000 persone hanno raccolto l’appello di Libera e Comitato Don Diana ad attraversare le strade del paese per testimoniare che è possibile costruire una società libera dal potere criminale ma soprattutto che la morte di don Peppino non è stata vana. Da allora, infatti, si è risvegliata la passione civile di una parte della società che dietro l’ormai celebre “Per amore del mio popolo non tacerò” ha camminato e continua a camminare per diffondere l’unico valore che rende veramente liberi: quello della legalità. Ad aprire il lungo serpentone composto da tantissimi studenti lo striscione di Libera e Comitato Don Diana che viene portato anche da Don Luigi Ciotti. Al corteo ci sono tantissime autorità tra cui anche il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il procuratore Federico Cafiero De Raho e la presidente della commissione antimafia Rosy Bindi.
Il lungo corteo composto in gran parte da studenti medi e delle scuole elementari e dai ragazzi delle parrocchie della diocesi di Aversa ha percorso le strade di Casal di Principe fino al piazzale del cimitero. Verso la fine del percorso si è unita al corteo il presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, con i sindaci di Afragola e Casavatore ed i commissari prefettizi di Casal di Principe e dei comuni sciolti per sospetto di infiltrazione camorristica. Davanti alla casa di don Giuseppe Diana il corteo si è fermato ed ha applaudito a lungo. I ragazzi hanno scandito lo slogan: ”Don Peppe, uno di noi”. Affacciata al balcone l’anziana madre del sacerdote, Iolanda, ottantenne, che è stata salutata dall’onorevole Bindi e da don Luigi Ciotti, animatore di Libera.