Assessori fantasma come la Torromacco. Non ricordiamo il nome e non garantiamo se abbiamo scritto correttamente il cognome della rappresentanza di Campania Libera. Sulle sue tracce c’è “Chi l’ha visto?”. La Torromacco o come si chiama è totalmente in balia del capogruppo Salvatore Del Prete. Povera lei. Presidente Nando D’Ambrosio la salvi. Natale è alle porte. Faccia un’opera buona. Assessori in aperta ostilità con la politica come Maria Grazia Zagaria (Coraggio). Per lei il bilancio del Comune è solo una fatto tecnico. Stendiamo un velo pietoso. Assessori vecchi dentro come Peppe Roseto (Scegli Orta). In cinque mesi il vicesindaco ha portato a termine il fantasmagorico e innovativo progetto dei “Nonni civici”. È giustificato. Ha trovato un passatempo per papà Arcangelo, l’ex comunista divenuto come d’incanto leghista. A volte si invecchia male.
Poi ci sono assessori come Luigi Macchia (quota sindaco). Baldo giovane col cognome infelice per il delegato all’Urbanistica in una città come Orta di Atella. Persona molto social e poco real. Di ben altra pasta è l’assessore Luigi Di Lorenzo (Noi Ortesi). Finora è l’unico componente della giunta che si è dato da fare. Concreto e corretto. È una notizia. Dell’operato dell’esecutivo e del rimpasto abbiamo parlato con il sindaco Andrea Villano nella terza e ultima parte della video intervista che ha concesso a Campania Notizie. Il primo cittadino fa una difesa d’ufficio dei suoi boys e delle sue girls. Ovvio. E poi gela chi sperava in un ridicolo rimescolamento delle carte ad appena quattro mesi dalla nomina degli assessori. “Del rimpasto – osserva Villano “sotto tortura” – parleremo a partire dalla primavera prossima”. Se ne comincerà a parlare ad aprile e forse entro maggio-giugno sarà varata la nuova squadra di governo. Giusto così. Altrimenti sarebbe la conferma plastica che finora l’amministrazione comunale è stata una farsa.
È chiaro che di fronte all’evanescenza di assessori come Torromacco e Zagaria si potrebbero accorciare i tempi. Ma è altrettanto scontato che i rappresentati delle liste e i leader politici debbano togliersi dalla testa di poter far parte ora o in futuro dell’esecutivo. Immaginate che potrebbe combinare una giunta formata dai cugini Francesco Ragozzino e Pasquale Ragozzino e da Eduardo Indaco. Sarebbe come mettere allo stesso tavolo guardie e ladri. Gay e omofobi. Per loro, se saranno ancora vivi politicamente, ci sarà spazio nel 2078. Così come per consiglieri comunali giovani ma non belli sul piano amministrativo come Giuseppe Massaro e Anna Castelli. Altro rischio da scongiurare è quello di mettere la presidenza dell’Acquedotti sul piatto delle trattative sulla nuova giunta. Il capo del Cda della società idrica non può essere indicato sulla base di accordi politici. Dovrà essere un professionista competente. Esperto in gestione aziendale. Non potrà essere frutto di logiche spartitorie. I consiglieri Salvatore Del Prete e Raffaele Elveri si mettano l’anima in pace. E non cullino sogni di gloria e di poltrone.
Mario De Michele
LA VIDEO INTERVISTA AD ANDREA VILLANO