Qatargate, arrestato l’europarlamentare Andrea Cozzolino. A Bruxelles, in mattinata, non l’avevano trovato. Cozzolino era già a Napoli, mentre la Guardia di Finanza bussava alla sua porta con il mandato d’arresto europeo, senza trovarlo, neanche lì. Poco dopo, la misura viene eseguita. Il provvedimento è scattato in relazione all’indagine sul cosiddetto Qatargate. I finanzieri si sono recati presso l’abitazione al Vomero a Napoli, ma l’europarlamentare del Pd – già assessore regionale e ora al secondo mandato in Ue – era impegnato da diverse ore in alcuni accertamenti clinici, secondo quanto riferito dal suo avvocato italiano Federico Conte. Già in mattinata, infatti, quando arriva la notizia che in Belgio le autorità giudiziarie hanno disposto la perquisizione della sua casa nel quartiere di Ixelles, a Bruxelles, e il sequestro del suo ufficio nel Palazzo del Parlamento, l’avvocato Conte spiega che Cozzolino si è rivolto alle cure di alcuni sanitari. Il mandato d’arresto arriva ovviamente dal giudice istruttore Michael Claise, titolare dell’inchiesta su corruzione e condizionamenti da parte di Stati stranieri, come il Qatar, per influenzare gli orientamenti politici dell’EuroCamera. Si tratta dello scandalo che ha già portato, lo scorso dicembre, all’arresto dell’ex deputato Antonio Panzeri e dell’ex assistente di Cozzolino, Francesco Giorgi, a sua volta compagno della ex vicepresidente del Parlamento Ue, la greca Eva Kaili. Sia Giorgi, sia Panzeri hanno ammesso le loro responsabilità. Pochi giorni dopo il ritrovamento di quei sacchi con il denaro in casa dei primi inquisiti, Cozzolino aveva respinto ogni illazione e si era detto estraneo a quelle condotte. Ma la situazione si è evoluta dopo il “pentimento” di Panzeri e le dichiarazioni di Giorgi. Cozzolino era stato comunque subito sospeso dal Pd. E lo scorso 2 febbraio, il Parlamento europeo aveva poi votato per la revoca dell’immunità: sia di Cozzolino, sia dell’altro eurodeputato, il belga Marc Tarabella: entrambi si erano già detti subito disposti a rinunciare, in segno di “collaborazione” con i magistrati e gli investigatori belgi. Cozzolino, in particolare, respingendo le accuse, aveva polemizzato – attraverso i legali Conte, Dezio Ferraro e Dimitri De Beco – con gli sviluppi dell’indagine, definita “affidata a un pentimento interessato, pronto e conveniente, che la nostra esperienza giudiziaria in materia ci fa guardare con sospetto e scetticismo”.
Mario De Michele