La commissione nazionale di garanzia del Partito Democratico ha deliberato di sospendere in via cautelativa l’eurodeputato Andrea Cozzolino dall’albo degli iscritti e degli elettori del Pd, nonché da tutti gli organismi del partito di cui dovesse eventualmente essere parte, fino alla chiusura delle indagini della giustizia belga sul caso di corruzione che ha investito il Parlamento europeo. Cozzolino non è indagato ma tra le tre persone sottoposte ad arresto cautelare c’è Francesco Giorgi, che lavorava come suo assistente. Ieri Cozzolino si era detto “fortemente turbato” dalla vicenda e “profondamente indignato per le vicende giudiziarie che apprendo dalla stampa e che minano fortemente la credibilità delle Istituzioni europee”. “Personalmente – aveva aggiunto – sono del tutto estraneo alle indagini: non sono indagato, non sono stato interrogato, non ho subito perquisizioni né, tantomeno, sono stati apposti sigilli al mio ufficio. Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede. Non ho mai incontrato persone vicine ad agenzie o servizi di sicurezza, né tanto meno ho mai perseguito interessi, vantaggi o utilità personali nella mia vita politica”.

Stefano Bonaccini

“È una roba scandalosa, se confermata è vergognosa, da voltastomaco. Dobbiamo rimettere al centro la questione morale”, ha commentato il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd. Per il coordinatore dei sindaci dem e primo cittadino di Pesaro Matteo Ricci la decisione della Commissione di garanzia “è giusta. È la dimostrazione che non ci sono partiti politici immuni alla corruzione. Proprio noi che diamo ad onestà, serietà e sobrietà un valore maggiore rispetto agli altri dobbiamo tenere la guardia sempre molto alta”.

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