Se fossimo i Tiromancino ricorreremmo al verso “due destini che si uniscono stretti in un istante solo” per descrivere le vicende politico-amministrative che in questi giorni intersecano il futuro di Aversa e quello di Sessa Aurunca. Due città che mai come ora sono accomunate da una moltitudine di fattori endogeni ed esogeni. Sono entrambe governate da coalizioni di centrosinistra, entrambe spaccate al loro interno. Un clima di guerriglia urbana inasprito dalle imminenti regionali. Poi c’è un altro importante comun denominatore: lo scontro a distanza a colpi di scimitarra tra i dem Stefano Graziano e Gennaro Oliviero.

Il primo presidente della commissione Sanità. Il secondo a capo della commissione Ambiente. Due uscenti in perenne lotta tra loro da oltre 5 anni, che si ritrovano a combattere in una competizione elettorale non ancora ufficialmente iniziata ma già contrassegnata da mosse e contromosse. Tutte all’insegna del motto romano “mors tua, vita mea”. Quale occasione migliore, o peggiore a seconda dei punti di vista, della votazione del bilancio di previsione per affilare le armi? E in effetti i civici consessi di Aversa e di Sessa Aurunca sui conti pubblici sono stati tutto fuorché teatro di confronto serio sulla programmazione amministrativa di due tra i più importanti centri della provincia di Caserta. Seguendo l’ordine cronologico partiamo dalla città normanna. Lunedì scorso è approdato in assise il bilancio di previsione.

Il plotone (di esecuzione) di Oliviero, capitanato da Paolo Santulli e formato da Eugenia D’Angelo e Francesco Forleo, aveva già le baionette pronte per infilzare il democrat Alfonso Golia che, per inciso, finora si è dimostrato talmente un pessimo sindaco da avere ottime chance di diventare il peggiore della storia della città fondata da Rainulfo Drengot. I seguaci di Oliviero contavano sull’appoggio di altri due esponenti della maggioranza: il presidente del consiglio Carmine Palmieri e Luisa Diana Motti. L’altra ribelle, la renziana Imma Dello Iacono, era assente per motivi familiari. Sommando i voti contrari dei dissidenti a quelli dell’opposizione il sindaco Golia avrebbe seriamente rischiato di fare le valigie non per il mare ma per tornarsene a casa. Come già avvenuto in passato il blitz degli “eversivi” è miseramente fallito anche stavolta. Mentre Oliviero si incamminava verso l’Agro aversano, Graziano era già tornato dal Litorale domizio, dove aveva siglato il patto di Ferragosto con quel volpone di Giovanni Zannini, altro consigliere regionale uscente, candidato nella lista De Luca Presidente, il quale “tomo tomo, cacchio cacchio” nei 5 anni di mandato si è radicato su tutti il territorio casertano.

Ad Aversa Zannini è il padre putativo del gruppo di minoranza Liberi e Moderati, composto da Giovanni Innocenti, Olga Diana e dalla new entry Francesco Sagliocco (che appoggia la sua fedelissima Federica Turco in corsa nella lista del governatore). Graziano ha chiesto e ottenuto da Zannini la garanzia di poter contare su Innocenti, Diana e Sagliocco come scialuppe di salvataggio qualora Golia fosse al largo in balia delle onde sollevate dagli uomini di Oliviero. I membri di Liberi e Moderati non hanno fatto capolino al consiglio. Ma erano già con i motori accesi per andare in soccorso di Golia se avesse avuto bisogno dei voti per l’approvazione del bilancio. Una “porcata”, direbbe l’ex ministro Calderoli. Una “genialata”, la definiscono i peones di Graziano. La storia si è ripetuta ieri sera a Sessa Aurunca con protagonisti differenti. Quello che rischiava di scivolare sulla buccia di banana del bilancio di previsione era Silvio Sasso. Da mesi ormai il sindaco è alle prese con una guerra intestina ingaggiata dal gruppo Oliviero. Lo scontro nella maggioranza di centrosinistra è diventato incandescente da quando il presidente dell’assise Massimo Schiavone e suoi hanno mollato la componente del consigliere regionale. In più di un’occasione gli “olivieroboys” hanno chiesto a Sasso il rimpasto in giunta. Altrimenti bye bye. Ieri sera sono andati oltre.

In cambio del sì al bilancio il consigliere Ciro Marcigliano ha preteso dal sindaco una “chiara dichiarazione di voto” a favore di Oliviero alle regionali. In pratica, gli ha chiesto di schierarsi pubblicamente con il presidente della commissione Ambiente e di conseguenza contro Schiavone, anche lui candidato alle regionali con il Pd. Sasso non ha perso la bussola. Ha tenuto botta. E si è limitato a dire, giustamente, che lui considera “positivamente tutte le candidature di coloro i quali hanno contribuito a formare e rafforzare il centrosinistra sia a livello locale che provinciale”. La presa di posizione del primo cittadino non è andata giù a Marcigliano e company. Che senza mezzi termini avrebbero lanciato un vero e proprio diktat a Sasso al termine del civico consesso: “O entro 48 ore fai il rimpasto in giunta o andiamo dal notaio con l’opposizione e ti mandiamo a casa”. Tu chiamale se vuoi elezioni. A noi sembra Bagdad sotto i bombardamenti americani durante l’operazione Desert Storm.  

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