De Luca tocca quota del 70%. A spoglio praticamente ultimato il governatore è al 69,6 per cento. Una cifra non lontana dal boom del 72,9 per cento con cui Antonio Bassolino segnò il record alla sua seconda elezione a sindaco di Napoli nel 1997. Solo che il dato regionale di De Luca è ottenuto su una platea elettorale cinque volte superiore a quella del Comune. Insomma l’ex sindaco di Salerno entra davvero di prepotenza nella storia elettorale della Campania.
L’analisi delle sue liste conferma che sono andate quasi tutte bene. Il Pd riesce a essere primo partito di coalizione col 17,2 per cento, due punti e mezzo dietro la prestazione di cinque anni fa, ma allora nel corpo dei dem c’era anche l’attuale Italia viva di Matteo Renzi, che oggi segna l’exploit di essere la terza lista più votata, con il 7,4. Al secondo posto, quasi alla pari col Pd, c’è la lista del governatore, “De Luca presidente”, col 13,3 per cento. Seguono Campania libera (5,2), Fare-Popolari (4,5), Noi campani (4,2). Flop invece (sotto il 2 per cento) per le due liste verdi, i cattolici di Per e la sinistra di “Democratici progressisti”. Anche il complesso delle liste però si attesta al 68,7 per cento. Significa che con tutta probabilità la coalizione in Consiglio otterrà il top consentito dei seggi, il 65 per cento, ovvero 32 consiglieri, lasciandone solo 18 alle opposizioni, centrodestra e cinque stelle.
Nel centrodestra la ruspa di De Luca ha asfaltato tutti, Lega di Salvini compresa. Stefano Caldoro chiude con un mesto 17,8 per cento, e le liste segnano un 5,9 per Fratelli d’Italia, 5,5 per la Lega, 5,1 per Forza Italia. Per giunta a Napoli, si profila l’onta del sorpasso: a spoglio non ancora terminato Valeria Ciarambino (che su scala regionale è ferma al 10 per cento) è seconda col 14,4 per cento e Caldoro terzo col 14,2, mentre le liste sono tutte sotto il 5 per cento. Non proprio un gran viatico per il centrodestra in vista delle comunali dell’anno prossimo.