Il terzo mandato è legge. Il Consiglio regionale ha approvato la norma che consente a Vincenzo De Luca di ricandidarsi. Compatta la maggioranza a favore del governatore: 34 voti a favore, 16 contrari e un solo astenuto (la consigliera Pd Bruna Fiola). Sette consiglieri regionali dem su 8 hanno hanno quindi detto sì al terzo mandato. E non hanno così rispettato l’indicazione del partito nazionale: “Possono votare tutte le leggi Regionali che vogliono – aveva detto domenica la segretaria Elly Schlein – non sosterremo presidenti uscenti per il terzo mandato”. Tommaso Pellegrino di Italia Viva chiarisce subito la posizione dei renziani: «Oggi non si discute chi è il candidato per la Regione, ma per noi è Vincenzo De Luca». E a questo punto, mentre si avviano le operazioni di voto, De Luca esibisce un piccolo corno rosso.
Parla Mario Casillo capogruppo dem: «Di leggi ne capisco poco, sono un ingegnere. Ho sentito di tutto, qualsiasi parere sulla candidabilità o meno di De Luca. Il problema è politico, quindi approveremo questa norma. Il nostro è un voto tecnico, poi c’è la politica. Per l’opinione pubblica però stiamo dando il via alla terza candidatura di De Luca. Noi avremmo preferito per questo che la norma fosse approvata più in là. Ma abbiamo anche chiesto che la norma vada di pari passo con la discussione nella coalizione di chi sarà il candidato». Quindi Casillo esibisce il documento passato in maggioranza con il quale in seguito si deciderà chi sarà il candidato del centrosinistra. Documento, chiariamolo, che non ha alcuna validità formale e che De Luca può stracciare anche domani mattina. «L’ho detto anche a Schlein – continua Casillo – il cardine della coalizione è il Pd e i due mandati di De Luca che è un iscritto al nostro partito. C’è spazio per la politica ora». E così motiva il voto a favore del terzo mandato del Pd in consiglio regionale.
L’ex capogruppo 5Stelle Valeria Ciarambino annuncia il suo voto a favore: «Voto contro l’ipocrisia, se c’è un presidente uscente che si vuole cimentare di nuovo con il voto è giusto che lo faccia». E dire che Ciarambino fu offesa e pesantemente dal governatore che le diede in pieno consiglio regionale della “chiattona”. Un’era geologica fa evidentemente. I due hanno fatto pace.
Poi interviene il vicepresidente Bonavitacola che replica al centrodestra: «Perché siete così terrorizzati se le cosa vanno così male? Sapete che non è così per tanti campani. In Italia ci accingiamo ad approvare la norma più moderata», dice sempre il braccio destro di De Luca. Tra i deluchiani c’è grande serenità. Si aggirano tra il bar e i corridoi dell’isola F13 del Centro direzionale con la vittoria di giornata in tasca. Argomentano: «Questo non vuol dire che ormai è rottura totale con il Pd nazionale. Ci vuole un anno. State sereni».
Prende la parola Stefano Caldoro: «Rischiamo di svilire il ruolo del consiglio regionale. Ognuno è pro-tempore. Mentre questa proposta costringe la maggioranza a seguirlo in questo sforzo confuso e porta l’assemblea nel pieno del teatrino politico». L’ex presidente della Regione continua: «Questa è la politica politicante. Encomiabile sforzo per trovare argomenti a sostegno. Se questa legge verrà approvata sarà sicuramente impugnata dal governo. Quindi incertezza e incertezza. Il Pd a livello nazionale la pensa come noi – prosegue, aggiungendo – questa è una norma ad personam». Vincenzo De Luca anche quando parla il suo ex avversario gira lo sguardo verso il video e non verso la persona. Qui Caldoro termina: Caldoro termina: «Questa è una norma poco decente, frettolosa. È uno scambio, tutto qua. È una giornata importante per precisare chi sta da una parte chi dall’altra».
«Questa norma è stata già applicata altrove, in ultimo dal Piemonte nel luglio 2023», spiega il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola. E aggiunge: «Certo si è arrivati in ritardo ma questa norma andava recepita. E nel 2009 si è trattato solo di legge elettorale e non dell’accesso all’elettorato passivo. E comunque per lasciare il segno nel cambiamento di una regione non bastano 10 anni». Il renziano Tommaso Pellegrino chiude: «Questa mattina si può vedere come la maggioranza è unita. E il nostro candidato presidente è De Luca».
Finalmente si vota dopo un’ora di discussione e si passa per appello nominale, come chiede Il leghista Nappi urlando. Luigi Cirillo obietta. Scoppia la bagarre ma alla fine si vota per appello nominale. E il terzo mandato passa con 33 voti favorevoli, 16 contrari (centro destra, M5S e la consigliera Muscarà) e vede astenuta la dem Bruna Fiola, unica del gruppo del Pd a mantenere il punto. Ora la strada di De Luca per il terzo mandato è libera.
«Esiste un Pd a Roma ed uno a Napoli. Lo certifica il voto in Regione Campania sul terzo mandato a De Luca. Cosa farà ora la Schlein con i consiglieri regionali del Pd che hanno votato contro la linea nazionale? Hanno votato un obbrobrio giuridico che rappresenta anche un infarto della logica politica visto che un terzo mandato sarebbe consentito solo a De Luca quando la Schlein ha pubblicamente dichiarato che a prescindere dalla Legge il Governatore uscente non sarà il candidato del Pd e del centrosinistra», ha dichiarato, dopo il voto, il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, commissario regionale del partito in Campania.
«Penso che giuridicamente non abbia un fondamento valido e credo che il governo impugnerà la norma». Lo ha annunciato il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli (FdI) interpellato in Transatlantico sul via libera alla legge regionale che consente il terzo mandato a Vincenzo De Luca. Cirielli è tra i nomi che circolano per una candidatura del centrodestra in Campania.
Continua quindi lo scontro con la segretaria Schlein che aveva già pensionato il governatore domenica sera: «Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, noi non sosterremo presidenti uscenti per il terzo mandato». Tradotto: De Luca non sarà il candidato del Pd. Significa che si apre una lunga campagna elettorale con un dilemma dilaniante: il governatore si candiderà lo stesso contro il suo partito? E soprattutto: cosa succederà nel Pd campano? La legge tecnicamente recepisce il limite dei due mandati, previsto da una norma nazionale del 2004. Però fa partire il conto dall’approvazione di oggi. Vuol dire che De Luca azzera i suoi mandati precedenti e può ricandidarsi.