Il Pd di Caserta è riuscito nell’impresa impossibile di smentire anche Marx. Per l’autore de “Il Capitale” la storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. In Terra di Lavoro, “grazie” ai dem, si è ripetuta tre volte: il terzo atto è cabaret di quart’ordine. Aveva ragione il grande Eduardo: “Non è vero ma ci credo”. La pagina più nera per i democrat casertani è stata scritta ieri, venerdì 17. Si sa, porta male. Al Pd ha portato malissimo. È successo tutto e il contrario di tutto. Ricordate lo spot della Rai? Di tutto, di più. I dem sono andati oltre il di più. Donne e uomini sull’orlo di una crisi di nervi. Oltre Almodovar. E ce ne vuole. In fatto di c…avolate i dem di Caserta hanno i super poteri. Rispetto a loro gli eroi della Marvel sono come i Puffi. Ieri è andata l’immaginazione al potere. Ma c’è stata la conferma che ai giorni nostri spesso la realtà supera anche l’immaginazione. Il replicante di Blade Runner cambierebbe idea: “Ho visto cose nel Pd che voi uomini non potete nemmeno immaginare”. Superare Almodovar e Ridley Scott è da applausi scroscianti, va detto. Peccato che il Pd casertano, dopo la prima sequenza, ha finito per srotolare la pellicola di un film con Bombolo e Alvaro Vitali. Il primo incarnato Gennaro Oliviero, col suo bel faccione paffutello. Il secondo, nei panni di Pierino, interpretato da Franco De Michele. Il presidente del consiglio regionale ha fatto il boom di incassi: si è scavato la fossa. Si è autoescluso dal Pd. Ha vinto il ricorso contro il partito presentato alla magistratura civile. Un successone. Primo in assoluto al Box Office. A Roma si sono spellati le mani. Oliviero ha sudato settantasette camicie per raccogliere 400 firme di suoi comprimari. Ai vertici del partito è andata la Palma d’Oro. “Finalmente ce lo siamo tolto dai piedi”, hanno detto tutti come in un coro greco.
Da Letta a Bonaccini alla Schlein fino al portiere del Nazareno hanno tirato un sospiro di sollievo. Si sono tolti un macigno dallo stomaco. Se sarà cacciato o no è indifferente. Oliviero-Bombolo non ha più porte a cui bussare. Gliele sbatterebbero in faccia. Non ha un numero al quale chiamare. Staccherebbero la telefonata. Addio sogni di gloria. È arrivato ai titoli di coda di “Ieri le comiche”. Mica si è arreso. In pieno delirio di onnipotenza sta facendo preparare altri 500-600 ricorsi. E siamo nel genere horror di John Carpenter o di William Friedkin. Oliviero l’esorcista che esorcizza sé medesimo. La sua guerra al Pd è diabolica. Il faustiano Mefistofele ha in mente una via d’uscita: l’approdo sulla riva di Italia viva. Che alle ultime regionali in Lombardia e Lazio si è riciclata in Italia morta. Fra un po’ arriverà ai numeri relativi. Nel frattempo i numeri li sta dando Oliviero. Numeri al Lotto: 11, 17, 48. Vedasi la Smorfia. Il terno è diventato quaterna con il 14, ‘o ‘Mbriaco. Tra una boccata di sigaro, un sorso di rum e un morso alla cioccolata fondente Franco De Michele è stato il protagonista incontrastato di un colpo di scena da maestro del cinema. Alla David Lynch. È il primo firmatario del ricorso targato Oliviero contro il Pd. Come un trapezista da medaglia d’oro alle Olimpiadi è saltato da una mozione all’altra, da una componente all’altra come se nulla fosse. Un batter d’ali di farfalla.
L’ex vicesindaco di Caserta fa parte della commissione regionale di garanzia in quota Schlein, indicato da Teresa Armato, leader regionale di Area Dem. The Butterfly Effect, l’effetto farfalla, è stato devastante. È notorio che il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo. L’uragano si è abbattuto su Armato. Uomo sbagliato al posto giusto. Francesco Boccia l’aveva fiutato da tempo: “È un errore, non mi fido”, andava ripetendo. Da Schlein a Oliviero il passo è lungo. De Michele ha raggiunto la meta con una piroetta degna di Carla Fracci. Come mai? Ops! L’ex braccio destro del sindaco Carlo Marino è diventato dottore. Bravo, ha studiato. È medico di base a Presenzano, nel Casertano (screenshot in basso). Da Oliviero all’Asl di Caserta il passo era brevissimo ai tempi del direttore generale Mario De Biasio. Tra le camicie di Oliviero c’è sempre qualche camice bianco. Così passo dopo passo si fa strada. Per caso sulla strada di De Michele c’era il ruolo di quinta colonna nella mozione Schlein per conto di Oliviero-Diabolik?
Rieccoci a Italia viva. Da un po’ di tempo Renzi sta corteggiando Oliviero. Da Bombolo a Mr. Bean il passo è più incerto. L’ex premier è pronto a consegnargli le chiavi del partito in Campania. Il presidente del consiglio regionale scalda i motori. Ma non sfreccerà subito. Se sarà cacciato dal Partito democratico si butterà nelle braccia di Renzi. Altrimenti vagherà come un’anima in pena nel Pd per restare aggrappato alla poltrona di timoniere del parlamentino campano. Intanto l’assessore regionale Nicola Caputo, renziano della prima ora, ha perso il sonno. Se Oliviero si tufferà in Italia viva avrà un’altra metamorfosi. Ritornerà a essere uno squalo. E si mangerà Caputo in un sol boccone. Kafka e Spielberg. Fine. Buio in sala.
Mario De Michele